Gio. Apr 25th, 2024

Il ministro Salvini elogia l’accoglienza di San Luca («mi sento a casa») e risponde alle critiche della sindaca di Barcellona al governo. Poi annuncia modifiche alla legge sui beni confiscati

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Un’accoglienza «commovente». Così il ministero dell’Interno Matteo Salvini definisce l’esperienza di Ferragosto a San Luca. «Mi sento a casa», dice nella conferenza stampa seguita alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Alcuni dei temi affrontanti erano già stati anticipati dal ministro in un breve confronto con i giornalisti. Ma davanti ai taccuini, Salvini trova il modo di annunciare qualche novità sulla gestione dei beni confiscati alle mafie. «Metterò nella modifica legislativa – dice – anche la possibilità di vendere i beni che non vengono utilizzati». E poi ribadisce: «Cominceremo una rivoluzione per tagliare il legame fra questa e terra e la ‘ndrangheta che voglio contribuire a far sparire».
Salvini ha poi risposto a una domanda sulle critiche rivolte al governo dal sindaco di Barcellona, nei giorni scorsi a Riace: «Il sindaco di Barcellona faccia il sindaco di Barcellona, della Calabria ci occupiamo noi. Mi tocca men che zero. Poi su Riace dissi che è una splendida città che può vivere anche al di là del fenomeno migratorio, poi mi stupisce che il sindaco di Barcellona venga a criticare il governo. L’antimafia nel piccolo qui si combatte coi fatti, agli altri lasciamo i fotoromanzi». Riguardo al modello Riace il ministro ha sottolineato, inoltre, che «deve rendicontare bene».

 
 
 

Due “lettere” da San Luca per il ministro

Saveria Giorgi, maestra di telaio per la coop antimafia Goel, chiede lavoro e dice di non sapere «cosa sia la ‘ndrangheta». E la madre di Marco Marmo chiede «giustizia» per la strage di Duisburg

 Fra la gente che preme, spinge e sgomita per parlare con Salvini c’è Saveria Giorgi, «maestra di telaio per la cooperativa antimafia Goel», che però – dice – «la ‘ndrangheta non so cosa sia, qui a San Luca non ne ho mai vista. La mia famiglia non ne sa di queste cose». Al ministro dell’interno si presenta con una cartellina piena di documenti per chiedere incentivi all’occupazione «per i giovani del paese». Legge anche una lettera nella quale spiega che la politica ha dimenticato San Luca e, circondata dai giornalisti, non si esprime sulla guerra di mafia che ha sporcato di sangue le strade del paese. Ed è arrivata fino in Germania. Non sarà il ministro Salvini a spendere parole per la strage consumata a Duisburg. Ci pensa la madre di Marco Marmo, una delle vittime. È la prima, se non l’unica a parlare di ‘ndrangheta in un paese che vede la mafia a Roma, ma non in casa. «Voglio giustizia per mio figlio. Per i tribunali c’ è un responsabile, ma io voglio i responsabili».

 

a. c.

SALUTO DEL VESCOVO DI LOCRI-GERACE

AL MINISTRO DELL’INTERNO, ON. MATTEO SALVINI

Benvenuto signor Ministro nella Locride, terra da lei visitata in un giorno speciale qual è la Solennità dell’Assunta. Un giorno triste per il nostro Paese. La tragedia di Genova, il ponte crollato, i tanti morti, i feriti e le famiglie angosciate ci addolorano. Dalla Locride vogliamo far pervenire alla Città di Genova la nostra solidarietà e vicinanza, ma anche la nostra preghiera per i morti, i feriti e per quanti sono stati colpiti dall’immane tragedia. E’ un giorno di solidarietà nazionale per tutto il nostro paese. Noi gente del Sud comprendiamo il dolore di chi soffre in questo momento, perché tante sono le sciagure e le sofferenze che la storia ci ha riservato.

Mi riferisco alle calamità naturali e non solo. Noi gente del Sud se chiediamo la solidarietà e la vicinanza dello Stato e delle istituzioni, abbiamo tanto cuore e sappiamo essere pronti e solidali, quando accadono queste cose.

La sua venuta tra noi, signor Ministro, era per dire un NO deciso alla criminalità mafiosa e alla ‘ndrangheta. Sappiamo bene quanto male ha fatto a questa nostra terra. Sappiamo quanto esso affossa le speranze di sviluppo e di crescita della nostra terra. Ma siamo pronti a rialzarci e a collaborare con le istituzioni per sconfiggere tali fenomeni.

La nostra terra non è solo ‘ndrangheta e mafia. C’è gente che lavora e nonostante il contesto di povertà in cui vive porta avanti la propria famiglia con grande onestà. E’ il popolo di cui parla in “Gente d’Aspromonte” Corrado Alvaro, illustre figlio di questa cittadina aspromontana. Questa gente soffre la povertà e la disoccupazione ma ha tanta dignità e va avanti grazie al proprio lavoro ed al sudore della propria fronte. Ha conosciuto e conosce l’emigrazione e tira avanti col poco che questo “aspro” monte concede.

Oggi nella sua venuta, signor Ministro, vediamo un segno concreto della vicinanza dello Stato, ma anche della volontà delle Istituzioni di aiutare questa terra ad uscire dalla sua condizione di povertà economica con proposte concrete di sviluppo. Passare dalle parole ai fatti: è questo quello che questa gente del Sud si attende!

Ringrazio S.E. il Prefetto Michele DI BARI per il suo impegno in questa direzione. Lo ringrazio anche per la sua presenza attenta alle problematiche di questo territorio, pronto a spingere le amministrazioni locali a liberarsi dalle dipendenze e condizionamenti mafiosi. E’ un necessario ed importante ruolo di accompagnamento che aiuta a recuperare il valore della crescita civile, sociale e politica. Grazie, signor Prefetto, per la sua vicinanza, il coraggio e la determinazione.

Come chiesa non ci tiriamo indietro. Vogliamo impegnarci in prima linea e collaborare in ogni iniziativa di formazione alla legalità e di lotta alla ‘ndrangheta. Lo facciamo per quanto di nostra competenza e nel rispetto delle istituzioni civili. Il bene confiscato che viene assegnato alla diocesi vuole essere una risorsa per la crescita umana e sociale di questo territorio. Esso sarà finalizzato ad attività di formazione e culturali, oratoriali e di aggregazione sociale.

Le assicuro, signor ministro, che – grazie alle forze dell’ordine, alla magistratura e all’impegno fattivo di Sua Eccellenza il Prefetto – questo territorio sta cambiando e crescendo nella partecipazione civile e sociale. 

Certo c’è ancora molto da lavorare. La gente fa difficoltà a superare la sua sfiducia nelle istituzioni che troppo a lungo ha visto assenti. O che ha visto più presenti in chiave repressiva che con proposte concrete di sviluppo sociale ed economico.

Accogliamo la Sua presenza come segno di una volontà di cambiamento. La nostra gente è stanca ed in più occasioni le ha manifestato il disagio, la volontà di cambiamento e di uscire dal suo isolamento. Ma è una terra che vuole essere parte attiva di un’Italia che lavora, crea sviluppo e dà speranza ai più giovani. Non vuole essere certo una cenerentola né tanto meno un peso allo sviluppo del paese. Ma neanche diventare un deserto.

Chiediamo a Maria, Madonna della Montagna di Polsi di proteggere il nostro paese i suoi governanti e di far sentire la sua consolazione di Madre a quanti soffrono per la tragedia di Genova.

Le consegniamo le targhe che avremmo voluto consegnarle al Santuario di Polsi. Ma è giusto che Lei sia quanto prima a Genova. Le chiediamo di manifestare alla popolazione di quella Città la nostra vicinanza e quella della gente del Sud. Grazie, signor ministro.

Monsignor Francesco Oliva

Vescovo di Locri-Gerace

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