Ven. Mar 29th, 2024

«La Rai ci tiene a mandare in onda la fiction liberamente ispirata alla storia del sindaco Domenico Lucano e sull’accoglienza a Riace». L’attore Beppe Fiorello ha voluto spiegare meglio quanto è circolato nei giorni scorsi sull’argomento. «Sono stato frainteso – ha aggiunto l’attore protagonista della miniserie “Tutto il mondo è paese”-, perché il blocco della messa in onda della fiction è normale fino a quando i magistrati non scioglieranno le possibili ombre sul caso Riace». L’occasione per tornare a parlare dei fatti che si sono riaperti dopo un tweet, scritto domenica scorsa dallo stesso attore, è stata data dalla manifestazione di apertura di Cinecittà in Feste del Carnevale Africano, che si è
svolta ieri sera a Roma presso il Centro sperimentale di cinematografia di Cinecittà. Una conversazione a due, Beppe Fiorello insieme
al sindaco di Riace. L’attore, domenica, aveva denunciato sui social il silenzio intorno al suo progetto. A quel cinguettio aveva risposto subito dopo la Rai, spiegando i motivi della sospensione della messa in onda della fiction e correggendo quanti invece parlavano di blocco o, addirittura di rischio di censura. Beppe Fiorello, che ha preso per primo la parola, quasi per presentare Lucano, ha tracciato una vera apologia del sindaco di Riace. «Chi è Mimmo Lucano – ha iniziato a dire l’attore davanti ad una sala gremita e a volte divertita dalle battute
dello stesso Fiorello -, il terzo Bronzo di Riace». E via via, nel corso del suo intervento, Beppe Fiorello, con modo più serioso, ha raccontato il suo approccio con Lucano e Riace. «Per Mimmo è un momento delicato e mi è sembrato doveroso stare vicino a lui. La Procura è giusto che faccia il suo lavoro. Chiedo alla Procura di chiudere al più presto le indagini per togliere così dalle spalle di quest’uomo questa sorta di zavorra. Chiudiamo questa cosa e ci sentiamo tutti più liberi, Riace si sentirà più libera».
Parla con il cuore Beppe Fiorello: «Siamo in tanti che crediamo in quest’uomo – aggiunge convinto. Mimmo non aiuta solo gli immigrati,
aiuta gli esseri umani, aiuta le persone che hanno bisogno. Lui è uno dei pochi sindaci che rispondono alle regole». E poi, tra continui
e lunghi applausi, l’attore chiude il suo intervento tornando sull’argomento della fiction televisiva: «La fiction non deve spaventare
nessuno, perché si tratta di una storia, un racconto che non vuole influenzare né condizionare una ideologia». Sotto un grande schermo luminoso che proietta in maniera fissa la scritta “la Presidenza della Regione Calabria” e poco più sotto il logo la dicitura “Fondazione Calabria Film Commission”, accanto a Beppe Fiorello sta seduto agli scranni neri il sindaco di Riace. E quando arriva il suo turno per parlare, si apre una conversazione con l’attore. Ma ad un certo punto il discorso si fa più serio. E’ quando Domenico Lucano, riferendosi alla vicenda giudiziaria che da mesi lo sta interessando, dichiara che la sua unica preoccupazione rimane quella di non deludere tutti coloro che hanno
creduto nei valori che lui ha inteso trasmettere in quanto sentiti. «Ma se per un motivo o per un altro la vicenda giudiziaria dovesse
avere altri esiti inaspettati l’unica cosa è quella di togliermi la vita». Parole forti quelle del sindaco di Riace, il quale è cosciente di non
avere mai agito nell’illegalità, pur ammettendo in maniera disarmante che: «Tutti possiamo sbagliare».
Nella sala predomina un senso di commozione di fronte alle parole di Domenico Lucano. Ancora applausi per il sindaco calabrese.
Fino alla consegna della statua in legno che è il Premio “Marco Pannella”, donato a Lucano dal presidente del Movimento degli africani,
Outtara Gaoussou. Premio conferito ogni anno ad una personalità che si è particolarmente distinta nella difesa e promozione dei diritti e della dignità delle persone.

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Francesco Sorgiovanni | Quotidiano del Sud

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