Gio. Apr 18th, 2024

Si può passare in quattro anni dai polverosi campi della nostra Provincia a giocare nel quarto stadio più grande d’Italia con quasi 60.000 posti a sedere? Sì, si può, basta chiederlo alla Cittanovese che in un clima di entusiasmo collettivo si avvicina alla storica gara contro il Bari.

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Si giocherà al “San Nicola”, stadio progettato da un architetto di fama mondiale come Renzo Piano e il cui manto erboso ha ospitato cinque gare del Mondiale 1990 (tra cui la finale terzo/quarto posto tra Italia e Inghilterra) e una finale di Coppa dei Campioni,quella del 1991, che vide la Stella Rossa battere ai rigori il Marsiglia, senza contare le altre sei volte che ha aperto le porte alla Nazionale azzurra (l’ultima volta due anni fa contro la Francia in un match passato alla storia per essere stato il primo incontro con la sperimentazione del Var) e i tanti match disputati dai galletti in Serie A.

Insomma un vero e proprio appuntamento con la storia per i giallorossi di Domenico Zito (che non potrà sedere sulla prestigiosa panchina dello stadio barese per squalifica) rinfrancati dalla vittoria ottenuta domenica scorsa contro il Rotonda e attorno ai quali c’è grande entusiasmo, tanto che per domenica mattina è prevista la partenza di un pullman alla volta del capoluogo pugliese. E per loro ci sarà sicuramente un bel clima: sono stati numerosissimi infatti i messaggi dei tifosi biancorossi sulla pagina Facebook della Cittanovese e su quella degli “Irriducibili”.

Messaggi di cordialità e di stima, sicuramente influenzati dal gemellaggio tra Bari e Reggio Calabria che nel corso degli anni non si è mai affievolito e che coinvolge anche la nostra provincia, sempre vicina alle sorti degli amaranto. Tra i tifosi cittanovesi c’è chi ha scritto di non dormire da notti per l’attesa e chi non vede l’ora di trovarsi dentro l’astronave (così è soprannominato il “San Nicola”) che nel 2010 è stato anche protagonista della copertina dell’album Panini.

Un clima da Serie A insomma, specie considerando che la gara sarà visibile in diretta da Dazn, piattaforma che ieri sera ha trasmesso Juventus e Roma e che stasera farà lo stesso con il Milan. Un sogno ad occhi aperti insomma ed un pareggio che, qualsiasi sarà il risultato finale, passerà alla storia del calcio cittanovese e pianigiano.

Poco più di cinque anni per scrivere la storia di un club. Una parentesi che ha coltivato avvenimenti, storie, soddisfazioni, plasmando il cuore di un’intera comunità sportiva.
La Cittanovese, che domenica prossima sarà di scena al “San Nicola” di Bari per la storica sfida di campionato contro i “Galletti”, ha affrontato la scalata alla Serie D battendo i campi di mezza Italia, fino ai palcoscenici suggestivi dell’interregionale.
Un sogno divenuto realtà, grazie allo sforzo di una dirigenza autorevole e determinata, capace di unire e stimolare passione attorno alla squadra.

SANFERDINANDO -Inizia tutto nell’estate del 2013. Nel corso di una manifestazione pubblica, la nuova società si presenta al paese e lancia ufficialmente la sfida alla Calabria del pallone.
Presidente è ancora Antonio Loprevite, ma al suo fianco si stagliano dirigenti di lungo corso, tra cui Francesco De Matteis, e imprenditori
dal peso specifico notevole, tra i quali l’ex sponsor della Reggina Calcio Francesco D’Agostino (che negli anni sarà l’anima forte del progetto).
Si comincia in casa il 22 settembre: la Cittanovese piega l’Antonimina 2-1 con reti di Carbone e Cosoleto su rigore. Tutto inizia da qui.
Il 30 settembre del 2018 ci sarà Bari – Cittanovese. Il 29 settembre del 2013 (appena cinque anni addietro), la squadra giallorossa gioca
invece a Sanferdinando. Il risultato finale è di 0-0. In campo quel giorno la seguente formazione: Tropepi, Stillitano, Rizzo, Politanò, Cosoleto, Canfora, Sacco, Gentile (20’st Rovere), Zerbi, Romano (35’st Mammola), Maio (37’st Carbone). In panchina: Giovinazzo, Cantone, Luci, Monteleone. Allenatore: Cardaciotto.

IL BOMBER – Il progetto del club impatta sull’entusiasmo dei tifosi e l’annuncio dell’attaccante Francesco Zerbi non può che aumentare le aspettative del pubblico. E difatti, all’atto pratico la Cittanovese stravince il campionato di Prima Categoria sbaragliando le avversarie. Protagonista di quell’avventura il compianto “Lupo”, autore di 42 reti, tutte su azione.
Nel maggio del 2014 Zerbi perderà la vita in seguito ad un terribile incidente stradale, lasciando un ricordo straordinario nel cuore di migliaia di amici, calciatori, tifosi e appassionati. Il calcio però va avanti.
IL BIS – L’anno successivo la corazzata giallorossa conquista anche il campionato di Promozione, collezionando 72 punti complessivi, distanziando il Locri di sei punti. Ad arricchire il palmares societario anche la finale di Coppa Italia Dilettanti disputata al “D’Ippolito” di Lamezia contro l’Acri. Su questa onda lunga di successi, l’allenatore Giuseppe Giovinazzo ottiene la conferma per la stagione successiva e, insieme alla dirigenza, lavora all’organico che dovrà lottare nel torneo d’Eccellenza.

TRANSIZIONE – I nomi sono importanti. Tra conferme e volti nuovi: tra gli altri, Varrà, Bruzzese, Lombardo, Cundari. Un bolide da mettere in pista per raggiungere il traguardo della Serie D. Purtroppo, però, qualcosa va storto. La Cittanovese inciampa e perde terreno rispetto alla capolista Sersale. Il trend porta all’esonero di Giovinazzo e all’ingaggio di mister Francesco Ferraro. Il piazzamento finale sarà un quinto posto amaro e pieno di rimpianti.

LE AMBIZIONI – La rivoluzione arriva a giugno 2016. I vertici rompono gli indugi ed annunciano il nuovo tecnico: Domenico Zito. Un esordiente per la categoria, che tuttavia vanta un trascorso brillante alla guida delle giovanili della Reggina. La scommessa è vincente. L’allenatore compone un gruppo di livello, innestando under di valore assoluto, come il ‘97 Emanuel Gioia. Il piano sarebbe praticamente perfetto, se non fosse per la concorrenza dell’Isola Capo Rizzuto.
Alla fine la spunteranno i crotonesi, ma i giallorossi lasceranno 23 lunghezze alla Vigor Lamezia. Un bonus che consente ai ragazzi di Zito di approdare direttamente agli spareggi nazionali per la promozione in categoria superiore. Avversario di turno la Folgore Selinunte di Castelvetrano. I siciliani passano il turno, ma la Cittanovese non molla la presa. Ed infatti, a metà luglio 2017, la società presenta formale richiesta per il ripescaggio in Serie D.

LA BELLA NOTIZIA – Il primo agosto giunge l’ufficialità sulla promozione per meriti sportivi. Scoppia il delirio. E, soprattutto, parte
la corsa alla costruzione di un nuovo modello organizzativo e tecnico capace di regge l’urto dell’interregionale. Lo sforzo è gigantesco.
L’organico, tra l’altro, rimane un’incognita. Moltissimi giovani, tante scommesse e poche certezze.

LA QUARTA SERIE – Dopo un avvio tremendo contro Troina e Gelbison, alla terza giornata la Cittanovese batte tra le mura amiche l’Acr Messina (prima storica vittoria in Serie D: è il 17 settembre del 2017, decide la rete dell’esterno reggino Simone Lavilla). La storia, di prepotenza, entra nelle vene dell’avventura giallorossa e consacra un progetto che, in pochi anni, è cresciuto per visione e consistenza,
passando dai campi in terra battuta di provincia al “San Francesco” di Nocera Inferiore.
Nella stagione 2017/2018 i giallorossi si salvano con due giornate d’anticipo piazzando un decimo posto che sa di miracolo sportivo.
Tra qualche giorno si scende in campo al “San Nicola”, contro il Bari di De Laurentis.
E sarà ancora una volta brivido vero. Perché il calcio è anche questo: narrazione autentica di un’epopea che è insieme calcistica, umana e sociale.

ANTONINO RASO (Quotidiano del Sud)

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