Ven. Apr 19th, 2024

A oltre 30 anni dal completamento viene attivato l’impianto che servirà a far uscire dalla cronica crisi idrica la città dello Stretto. Oliverio: «Giornata storica». Falcomatà chiede scusa ai cittadini: «Sembra una rivoluzione, ma è la civiltà»

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 Aprire il rubinetto e veder scorrere acqua a Reggio Calabria non sarà più così strano. A  oltre 50 anni dalla progettazione e a più di 30 dalla data di completamento l’acqua del Menta è arrivata a Reggio Calabria. Alle 11.30 il sindaco Giuseppe Falcomatà e il governatore Mario Oliverio hanno ufficialmente attivato l’impianto che porterà l’acqua dell’Aspromonte in città.
Niente più serbatoi sui tetti, bacinelle in giro per casa, docce a orario.
Basta acqua salata che viene giù dai rubinetti. «Stiamo ripristinando le condizioni di normalità» dicono il governatore e il sindaco, insieme al presidente del consiglio regionale Nicola Irto e al commissario di Sorical, Luigi Incarnato, oggi all’impianto di potabilizzazione di Armo.

 

OLIVERIO: «IMPEGNO MANTENUTO» Cinque anni fa era un cantiere abbandonato e in disuso, «ma abbiamo preso un impegno e lo abbiamo mantenuto» dice il governatore. «Chi mi ha preceduto – spiega –  a seguito della crisi finanziaria che ha interessato Sorical, non ha inteso proseguire i lavori e, abbandonando di fatto i cantieri, ha permesso a sconosciuti di vandalizzare opere idrauliche ed elettriche al servizio della diga, arrecando danni alla collettività per svariati milioni di euro. Noi in tre anni non abbiamo fatto altro che rendere nomale ciò che per quarant’anni in questa città normale non è stato». Ci sono voluti 25 milioni di euro e anni di lavoro, conclusi ufficialmente nel giugno di quest’anno, più cinque mesi di campionamenti ed analisi per autorizzare l’acqua per uso umano e accertarne la potabilità. Adesso l’acqua è pronta per arrivare nei serbatoi della città.

 RESTITUIRE DIRITTI «Quest’opera veniva vista dai reggini come un’eterna incompiuta – sottolinea Irto – ma a differenza delle inaugurazioni buone solo per le foto degli anni scorsi, noi qui siamo venuti una sola volta e poi abbiamo lavorato in silenzio. Oggi veniamo qui non a tagliare un nastro, ma a concludere  una battaglia di civiltà. Finalmente portiamo l’acqua a casa dei reggini. Reggio Calabria e i suoi cittadini possono dire un po’ con rabbia e con un po’ con riconoscenza di aver ottenuto un diritto che gli è stato negato per quarant’anni. Tutto ciò ridà fiducia verso una politica che per troppo tempo ha promesso senza mantenere ciò che annunciava. Questa sembra una rivoluzione, ma è la civiltà».

RIVOLUZIONE (WORK IN PROGRESS) DELLA NORMALITA’ Certo, perché la “rivoluzione della normalità” si completi ci vorrà un po’. Al momento, l’acqua della Diga arriverà nelle case di 91mila cittadini, circa la metà di quelli che vivono a Reggio e nel suo immediato hinterland. «Attualmente l’acqua arriva nelle zone di Santa Caterina, Tremulini, nel centro storico, di Sbarre, Gebbione, Gallina, Reggio Campi e Condera. Le zone che in questa prima fase non beneficiano dell’acqua del Menta avranno comunque a disposizione quella dei pozzi che attualmente vengono utilizzati e gradualmente verranno chiusi».

RISPARMI IN VISTA Ma l’arrivo dell’acqua aspromontana in città dovrebbe portare anche benefici anche alle tasche dei cittadini «Ci saranno benefici in termini di risparmio sui costi domestici per l’uso dell’acqua per bere e per usi umani, sull’ elettricità, perché a breve diventeranno obsoleti serbatoi e autoclavi, ma ci saranno benefici per le casse del Comune perché pian piano si dismetterà il dissalatore che costa circa 2 milioni di euro, le pompe di sollevamento perché l’acqua arriverà per caduta e poi ci sarà una manutenzione più facile delle reti idriche della nostra città. Si realizza un sogno da una parte, ma è soprattutto la fine di un incubo».

Alessia Candito

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