Ven. Apr 19th, 2024

Riace era un modello?

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È di stamattina la notizia dell’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano.
Le accuse vanno dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, all’uso fraudolento dei fondi destinati all’accoglienza, al fraudolento affidamento diretto per la raccolta dei rifiuti.
Nell’immaginario collettivo, Riace era un modello: di accoglienza, di inclusione sociale, di scambio di culture e tradizioni. Sono stata a Riace mesi fa, ed avevo constatato con i miei occhi come si fosse creata un’unica comunità, come non ci fosse ghettizzazione.

Le indagini su Riace erano già partite da diversi mesi ed i fondi erano già stati bloccati dal Ministero. Il Sindaco non ha mai fatto mistero della sua avversione rispetto a procedure amministrative e leggi che non condivideva, perché lo ponevano di fronte alla decisione di dover lasciare per strada delle persone che dopo aver vissuto lì per mesi, dovevano rientrare nel loro Paese di origine perché avevano ricevuto un diniego alla loro domanda d’asilo. Diceva di provare molta difficoltà, perché umanamente non poteva farlo. E questo emerge anche dalle trascrizioni delle intercettazioni, dove si legge che il Sindaco si dichiara un “fuorilegge” per tutelare i suoi ospiti.

 

Tutti sono tenuti a rispettare la legge. Anche Mimmo Lucano. E se non lo ha fatto, ha sbagliato. Nella sua figura era racchiuso un modello di accoglienza possibile e praticabile, da emulare e riproporre in diversi altri contesti territoriali; una responsabilità che avrebbe dovuto indurlo ad essere ancor più zelante nella gestione dell’accoglienza.
Oggi, alla luce della conclusione delle indagini della Procura, bisogna chiedersi: Riace era davvero un modello? Il fine giustifica i mezzi? 
No, il fine non può giustificare i mezzi. 

 

Se così fosse, ognuno darebbe sfogo alle interpretazioni più disparate delle leggi, sentendosi legittimato a violarle con mille motivazioni. In definitiva, si innescherebbe un meccanismo pericoloso.
Il fallimento che leggiamo oggi non riguarda allora la sola figura del Sindaco di Riace, ma finisce con l’investire tutto il modello di accoglienza che si era costruito.
Se i capi d’accusa dovessero trovare conferma alla fine del processo, ci troveremmo di fronte a matrimoni combinati per aggirare la legge, false fatture o fatture “gonfiate” per ricevere fondi, carte d’identità rilasciate senza permessi di soggiorno, affidamenti diretti in violazione delle leggi sulle gare d’appalto.

Un disastro, una delusione per chi guardava a Riace come gestione cui ispirarsi.
Nel programma di governo del M5s avevamo inserito, nel punto immigrazione, la necessità di garantire un monitoraggio costante delle rendicontazioni presentate dai gestori dei centri di accoglienza. Questo obiettivo lo ritroviamo anche nel contratto di governo, ed è per questo che il m5s presenterà un emendamento al decreto sicurezza volto ad assicurare tracciabilità, trasparenza e controlli più stringenti nell’uso dei fondi destinati all’accoglienza.

Laura Ferrara – europarlamentare M5s –

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