Il sindaco di Riace ospite di Tgcom24: «Gli accordi tra Italia e Libia facevano rimanere le persone nei campi di concentramento». Sulla Calabria: «Non è una terra a un’unica dimensione. La ‘ndrangheta? Punta a denigrare»
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«Nei confronti di Marco Minniti non ci sono considerazioni di carattere personale. Nel periodo in cui era ministro dell’Interno c’è stato un livello di tensione molto elevato». Lo ha detto Domenico Lucano, ospite di TgCom24, rispondendo ad una domanda sui rapporti con l’ex titolare del ministero dell’Interno. «Ciò accadeva – ha aggiunto Lucano – perché l’Italia stava facendo degli accordi con i capi clan della Libia e con un governo che manco esisteva. In Libia, infatti, non venivano salvaguardati i diritti umani e spesso gli accordi prevedevano che le persone dovessero rimanere nei campi di concentramento». «La nostra non può essere una terra a un’unica dimensione, quella criminale, a chi fa comodo questo?». Lo ha detto Domenico Lucano ospite di TgCom24 rispondendo ad una domanda sul peso della ‘ndrangheta in Calabria.
«I problemi – ha aggiunto – non si risolvono così. Cito un caso, di una persona alla quale sono legatissimo impegnato in questa terra a contrastare il fenomeno della criminalità, monsignor Bregantini».
«In Calabria – ha detto ancora Lucano – il fenomeno della ‘ndrangheta oltre ad avere mille facce ha anche delle evoluzioni. È difficile che ti ammazzino, magari tentano di denigrarti ma puntando loro al consenso sociale uccidere o fare cose eclatanti fa perdere il consenso sociale». Alla domanda se ha mai ricevuto minacce o altri “messaggi” Lucano ha detto che «una volta mi hanno bruciato la macchina, nel 2009, poi hanno ammazzato i cani di mio figlio, e ancora hanno sparato in un luogo che frequento. Quella violenza è una cosa che si vede. Io come sindaco impegnato sul piano sociale nel mio territorio so decifrare e so a cosa vado incontro».