Gio. Apr 18th, 2024

L’appello dei sindaci alla candidatura di Minniti per la segreteria dem scuote il partito. Nardella: «È il più titolato a includere e unire. Renziano? Può dirlo solo chi non lo conosce»

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Ancora niente di ufficiale, ma l’ex ministro Marco Minniti è fortemente tentato dalla corsa alla segreteria del Pd: «Sto veramente riflettendo, vediamo nei prossimi giorni…». Ed è partito il tam tam per definire se la sua sia una (eventuale, per ora) candidatura “renziana” oppure no. Nel giro dei dem legati al senatore fiorentino l’ordine di scuderia è smentire. Ma il diktat è accompagnato alla speranza che Minniti ufficializzi la partecipazione alla corsa in queste ore, magari per oscurare l’evento di lancio del presidente del Lazio Zingaretti, in campo da qualche settimana con tremila adesioni, tra cui 600 amministratori locali. I lavori di «Piazza Grande» si aprono stamattina alla Ex Dogana di Roma e si chiudono all’ora di pranzo di domani. Tra la platea e il palco molti sindaci come Merola (Bologna), Pascucci (Cerveteri), Coletta (Latina). Dalla parte di Zingaretti ci sono Gentiloni, Orlando, Franceschini. Con Minniti sono pronti a schierarsi Guerini, Rosato, Lotti e, con maggiore cautela, lo stesso Renzi.
Intervistato dal Corriere della Sera, il sindaco di Firenze Dario Nardella pare offrire uno slogan all’ex ministro dell’Interno: «Competenza, concretezza e credibilità. Sono tre anche i motivi per cui ho firmato l’appello dei sindaci per la candidatura di Minniti a segretario. Ho lavorato con lui da sindaco quando era ministro ed è una persona che può incarnare i valori di cui ha bisogno la sinistra oggi, per rappresentare una alternativa credibile al governo gialloverde. È anche la genesi di questa candidatura, che vede i sindaci protagonisti e che consentirà di mettere al centro del congresso del Pd la vita degli italiani e il ruolo delle città. La terza ragione è che questa candidatura spariglia, cambia lo scenario di un Pd condannato a un congresso di mera investitura. O peggio, a una resa di conti tra correnti». Nardella respinge le preoccupazioni della sinistra dem, per la quale la scelta di Minniti somiglierebbe a un inseguimento a Salvini sui temi dell’immigrazione. E allontana l’etichetta renziana dall’ex ministro: «Solo chi non conosce Minniti o chi è in malafede può pensare che sia una operazione renziana. Minniti, nel momento in cui dovesse sciogliere la riserva, sarebbe la persona più titolata a includere e unire, parlando sia alla sinistra sia ad un elettorato moderato. Zingaretti è una persona per bene e stimo molti suoi sostenitori, ma Minniti è una figura adatta a unire il partito e a parlare fuori dal Pd. Qui c’è la chiave della rivincita».

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