Ven. Mar 29th, 2024

Klaus Davi: “Se diventerò sindaco, San Luca cambierà nome e si chiamerà San Luca Tripodi in memoria del brigadiere trucidato dalla ‘ndrangheta. Io purtroppo non ho l’appoggio della sinistra al caviale e dei radical chic di cui può godere Ilaria Cucchi, quindi sono il solo a ricordare uomo dello Stato di cui non frega un cazzo a nessuno”

Continua dopo la pubblicità...


Calura
StoriaDiUnaCapinera
Testata
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

 

Klaus Davi, giornalista e candidato sindaco del Comune calabrese di San Luca, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

 

Sulla sua candidatura a sindaco di San Luca. “Si vota a maggio –ha affermato Davi-. A novembre presentiamo la raccolta firme e poi faremo un grande evento, sganciato dalla mia attività elettorale, in collaborazione con il ministero del lavoro. A San Luca il Comune è stato sciolto per mafia e non si vota da anni. Se diventerò sindaco San Luca cambierà nome, nel senso che, in memoria del brigadiere dei carabinieri Carmine Tripodi trucidato nel 1985 e sulla cui morte non è stata fatta mai chiarezza, San Luca diventerà San Luca Tripodi. I cittadini saranno sicuramente d’accordo perché sono stufi della criminalità organizzata. Io non ho gli staff di Ilaria Cucchi, non ho Luigi Manconi, non ho l’appoggio dei radical chic, della sinistra al caviale. Per Stefano Cucchi, giustamente, c’è stata una mobilitazione incredibile. Invece del povero Carmine Tripodi, che è stato fatto fuori perché combatteva la ‘ndrangheta, non frega un cazzo a nessuno e anche noi giornalisti non siamo stati capaci di ricordare la sua figura. Quando si tratta di infangare e di sputare sull’Arma dei carabinieri siamo tutti pronti, quando invece dobbiamo celebrare un martire non ne parla nessuno. Vorrei che tra vittime ci fosse solidarietà, quando ci sono vicende gravi. Io quando ho ricevuto il premio Borsellino ho fatto presente della vicenda del brigadiere Tripodi, mi sarei aspettato dall’avvocato della famiglia Cucchi, che era seduto accanto a me, un sostegno a questa mia iniziativa. Ilaria Cucchi ha avuto grande coraggio a fare quella battaglia e io prendo esempio da lei per fare la battaglia per Tripodi”.

 

 

 

 

Testo liberamente riproducibile, con citazione della fonte

 

Print Friendly, PDF & Email