Sab. Apr 20th, 2024

L’ex ministro respinge le accuse del sindaco dell’accoglienza: «Abbiamo portato il 50% dei Comuni italiani a scegliere gli Sprar»

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

«Noi abbiamo sostenuto in maniera molto significativa la scelta dell’accoglienza diffusa, che è molto importante perché Riace rappresentava un momento dell’accoglienza diffusa». Così il senatore Marco Minniti, oggi a Reggio Calabria per la presentazione del suo libro “Sicurezza è libertà” ha risposto alle domande dei cronisti circa le accuse del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che recentemente ha sostenuto di essere stato «abbandonato» da Minniti, quando quest’ultimo era ministro dell’Interno.
«Durante il periodo del mio ministero – ha proseguito Minniti – abbiamo fatto una scelta strategica in questa direzione perché pensiamo che l’accoglienza diffusa e i piccoli numeri consentono di avere maggiore integrazione e di superare tutti gli elementi di preoccupazione e di diffidenza che possono esserci, e consentono di tenere assieme il diritto di chi è accolto con il diritto di chi sta accogliendo. Noi l’abbiamo fatto con grande determinazione, abbiamo portato circa il 50% dei Comuni italiani a scegliere l’accoglienza diffusa, poi l’acronimo è Sprar, e oggi questo governo con il decreto che sarà approvato dalla Camera – ha concluso Minniti – cancella tutto ciò».

LA SINISTRA RIFORMISTA «Esiste una “fabbrica della paura”, di cui i più colpiti sono i ceti deboli, quei ceti di cui la sinistra riformista non ha saputo raccogliere le invocazioni di aiuto. Con queste persone, con chi prende l’autobus o la metro tutte le mattine, la sinistra riformista deve tornare a parlare. Altrimenti sarà perennemente sconfitta e in ritardo, lasciando ampi varchi al nazional-populismo che è al governo del nostro Paese», ha detto ancora Minniti.
«In questi anni – ha aggiunto – si sono incrociate due questioni: la recessione economica di dieci anni fa, che ha portato all’espulsione di migliaia di lavoratori dal processo produttivo, facendo montare la rabbia, e l’attacco terroristico dell’Isis, un terrorismo che decide di diventare Stato. Rabbia e paura, dunque si sommano, mentre la sinistra riformista e liberale non coglie questi eventi nella loro giusta dimensione. Non sono valsi granché i dati statistici per spiegare che in Italia non si stesse vivendo né un’emergenza terrorismo, né un’invasione da immigrazione. Ma è altrettanto vero che a una persona che ha perso il lavoro e che ha i figli disoccupati non si può rispondere con i dati statistici ma guardando alle sue difficoltà».

Print Friendly, PDF & Email