Sab. Apr 20th, 2024

E’ il 20 dicembre prossimo, la data che segna l’inizio del processo di Antonio Pontoriero, 43enne di San Calogero, disposto a giudizio immediato, dinanzi alla Corte d’ Assise di Catanzaro, per l’omicidio di Soumayla Sacko, ucciso il 2 giugno a colpi di fucile.
Il migrante maliano di 29 anni che, con regolare permesso di soggiorno, si era portato nell’area dell’ex fornace abbandonata denominata “La Tranquilla” per prelevare alcune lamiere di ferro da portare nella baraccopoli dei migranti a San Ferdinando.

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Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Pia Sordetti, ha accolto la richiesta del pm Ciro Lotoro , che accusa l’uomo di omicidio volontario, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e munizioni.
L’Unione Sindacale di base si costituirà parte civile nel processo, rappresentata dall’avvocato Arturo Salerni del Foro di Roma, che già assiste in qualità di parti offese i familiari di Soumayla Sacko.
Pontoriero è nel carcere di Castrovillari, dopo che a luglio il Tribunale del Riesame aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare del gip di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, sulla scorta della reiterabilità delle condotte e dell’estrema gravità dei fatti.
La richiesta dell’ Usb , del quale Soumayla era attivista sindacale, è stata quella di tutelare la vita dei familiari e dei due testimoni, costretti a lasciare San Ferdinando e a non lavorare più nei campi costituendo, le loro dichiarazioni, fonti di prova a carico dell’assassino.

MARCELLA MESITI|redazione@telemia.it

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