Ven. Apr 19th, 2024

Quindici condanne,  circa 140 anni di carcere  e due assoluzioni. Questo il verdetto emesso dal Tribunale di Palmi nell’ambito scaturito dall’inchiesta “Saggio Compagno”, condotta dalla Procura antimafia di Reggio Calabria  contro i clan delle località di Cinquefrondi e Anoia e nello specifico delle famiglie Petullà, Ladini e Foriglio, che ormai da decenni opprimono i due paesi della Piana di Gioia Tauro. L’inchiesta si chiama “Saggio compagno”, poiché trae origine dall’appellativo con cui il principale indagato, Giuseppe Landini, non imputato in questa parte d’indagine, si rivolgeva a quello che per la Dda era il suo fidato, Leonardo Tigani. L’indagine, coordinata dai Carabinieri, è stata avviata nel novembre del 2013 dalla Compagnia di Taurianova, sulla base di alcuni sviluppi dell’operazione “Vittorio Veneto”, conclusa nell’estate dello stesso anno. Due sole le assoluzioni, quelle disposte per Michelangelo Cartolano e Vincenzo Zangari. Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di una serie di accuse che andavano dall’associazione mafiosa al porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, ricettazione, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, favoreggiamento personale, traffico e detenzione illeciti di sostanze, estorsione, furto, spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate, danneggiamento seguito da incendio, reati tutti aggravati dall’aver agevolato la ‘ndrangheta. Attribuiti 18 anni a  Costantino Tripodi, 15 a Renato Petullà, 13 anni a  Leonardo Tigani , 12 ad Antonio Zangari, Antonio Raco condannato a 10 anni e 6 mesi, 10 anni per Antonio Napoli. Nove anni invece per Giuseppe Bruzzese, Raffaele Bruzzese, Serafino Bruzzese, Raffaele Giovinazzo ed Antonio Valerioti.

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MARCELLA MESITI|redazione@telemia.it

 

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