Ven. Apr 19th, 2024

Dieci anni anni fa ci lasciava il figlio più illustre di Platì, un meridionalista innamorato della sua terra, di quell’amore che i galantuomini di Calabria riservano alla mamma.

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Antonio Delfino il 5 novembre avrebbe compiuto 84 anni, e per l’occasione l’Associazione Santa Pulinara – coadiuvata dall’esperienza di Maria Teresa D’Agostino in veste di moderatrice – lo ha ricordato e omaggiato.
Non è stato il solito convegno condito dalla retorica e intervallato da sbadigli, all’interno della sala cinema a quattro passi da dove nacque Totò, oltre alla famiglia vi erano i suoi amici più cari e forse grazie a loro si sentiva la presenza di Totò Delfino.
Paride Leporace, giunto apposta da Potenza, uno che di Totò ha portato a spalla la bara. Leporace, da sagace giornalista, ha spiegato quanto e come  l’intellettuale Delfino ben possa accostarsi al new journalism americano, ironico e cinico, aggiungo io al pari di un altro grande scrittore, Truman Capote;
Mimmo Gangemi con cui Totò ha condiviso sin dall’inizio le origini, quell’Aspromonte assunto a terra madre  di cui Totò può definirsi magico cantore e Mimmo l’ideale erede, e forse è la comunanza di “stirpe” che fa di Mimmo Gangemi il narratore più vicino alle tematiche e allo stile di Delfino; a Mario Nirta siamo tutti grati, egli già in tempi non sospetti si batteva per ricordare Totò, proponendo la ristampa delle sue opere da distribuirsi nelle scuole del comprensorio. Ha dovuto pazientare il lungimirante Mario, ma forse oggi Totò inizia ad avere ciò che si merita.
Delfino mai ha ambito alla gloria né a poltrone o a eccellenti cattedre, eppure qualcosa di molto vicino alla gloria si sta palesando: a Platì gli sara’ intitolata una via del centro e a Plati a partire da quest’anno è stato istituito un premio a suo nome riservato a giornalisti e scrittori con la schiena dritta: il primo vincitore, non a caso, risponde al nome di Ilario Ammendolia, un giornalista e libero pensatore che crede ancora in una Calabria secondo Costituzione.
Altri nomi presenti all’evento andrebbero citati, ci perdoneranno, qui e ora rendiamo merito a questi tre moschettieri Nirta, Gangemi e Leporace i più segugi fedeli nel sentire Delfino maestro di vita e di penna.
Dieci anni sono tanti, medio tempore tombe nuove e cumuli di cenere, ma una volta tanto lo scorrere dei giorni è stato inversamente proporzionale alla dimenticanza, la reputazione di Totò Delfino ha sfidato l’oblio che cade sulla morte di ognuno per mangiarne le ossa. Nessuno è profeta in patria, Totò invece lo è stato da vivo e continuerà a esserlo da morto, cenere o non cenere. Onore agli uomini sinceri, onore a chi vive nel ricordo degli amici.
Direttivo Ass. Santa Pulinara
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