Ven. Mar 29th, 2024

All’esito delle indagini condotte nell’ambito dell’operazione Galassia, su richiesta della Procura della Repubblica guidata dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Calabria ha emesso complessive 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere, disponendo – oltre che la conferma dei 18 fermi eseguiti il 14 novembre u.s., tutti tramutati in ordinanze di custodia cautelare in carcere – anche la massima misura restrittiva nei confronti di MURINA Carmelo Consolato (cl.64) e Giuseppe PENSABENE (cl.76), allo stato già ristretti per altra causa, responsabili, unitamente ai principali indagati, dei delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, e di associazione per delinquere semplice, aggravata dai metodi mafiosi di cui all’art. 416 bis 1 c.p..

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In particolare, il Murina ed il Pensabene:

  1. si associavano, unitamente, tra gli altri, a IANNI’ Danilo Bruno, TEGANO Domenico, FURFARO Santo, SERGI Francesco, ALAMPI Rocco e FRANCO Francesco, allo scopo di commettere una pluralità di delitti connessi al governo d’imprese – di fatto attive in Italia, ma con sede legale in Austria e Malta – operanti nella gestione e raccolta fisica sul territorio dello Stato di puntate su giochi e scommesse, in assenza delle concessioni ed autorizzazioni prescritte dalla legge, in violazione delle norme fiscali e di quelle anti-riciclaggio. In tal modo, consumavano reiterati reati di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse (art. 4 L. n. 401/89), omessa dichiarazione dei redditi ed IVA (art. 5 D.L. n. 74/2000), truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640 co. 2 n. 1 c.p., in relazione alla mancata corresponsione all’Erario della tassa prescritta per l’esercizio delle attività di giochi e scommesse), riciclaggio, auto-riciclaggio e reimpiego dei proventi di delitto (art. 648 bis, 648 ter e 648 ter 1 c.p.), concorrenza sleale (513 bis c.p.);
  2. strutturavano l’associazione secondo una catena gerarchica che dai capi, promotori e costitutori, era impegnata:
  • sul territorio estero per l’acquisizione delle licenze, la gestione amministrativa e finanziaria, la predisposizione dei server e dei software, la manutenzione, lo sviluppo e l’aggiornamento delle piattaforme informatiche (i cd. provider), necessarie allo sviluppo dell’attività;
  • sul territorio nazionale, invece, attraverso le reti commerciali (sviluppate su base piramidale con piani provvigionali progressivi e struttura regionale o provinciale) per: la diffusione dei brand gestiti dall’associazione, la raccolta delle puntate su giochi e scommesse, la gestione dei flussi finanziari così generati, la risoluzione di problematiche tecnico-informatiche.

Con i seguenti ruoli:

  • per MURINA Carmelo Consolato, quello di aver assunto ruoli dirigenziali organizzativi di secondo livello, rispetto a quello svolto da Iannì Danilo Bruno, occupandosi della gestione e del coordinamento di plurimi punti commerciali che effettuavano abusivamente l’offerta dei citati servizi illeciti di giochi e scommesse, agevolando l’espansione commerciale sul territorio dei prodotti offerti dall’associazione, grazie alla loro partecipazione alla ‘ndrangheta ovvero grazie all’evocazione delle relazioni con esponenti della stessa organizzazione criminale ed al conseguente assoggettamento che ne derivava;
  • per PENSABENE Giuseppe, quale dirigente organizzatore, collaborando con Sergi Francesco e Iannì Danilo Bruno nello sviluppo delle attività delittuose nel settore dei giochi e scommesse on-line, selezionando i soggetti da inserire nell’associazione in funzione della loro contiguità criminale, agevolando l’infiltrazione nel settore della cosca Tegano, collaborando con Iannì Danilo Bruno nella movimentazione – anche in termini di auto-riciclaggio e tramite operazioni di cd. cheap-dumping attraverso le quali generare movimentazioni economiche, apparentemente giustificate dagli esiti di puntate su giochi e scommesse – dei flussi generati dalla raccolta illecita di puntate su giochi e scommesse e, a tale fine, ove necessario, metteva a disposizione delle associazioni criminali carte clonate, prodotte dalla distinta associazione criminale, operativa tra la Romania e l’Italia, a cui pure partecipava, in un più ampio contesto di solidarietà, funzionale a tutelare gli interessi della cosca Tegano e l’infiltrazione di quest’ultima in attività economiche operative in Romania.

Il PENSABENE, inoltre, unitamente a IANNI’ Danilo Bruno, FRANCO Francesco, e CAMINITI Carmelo, è stato ritenuto responsabile del delitto di cui all’art. 416 bis c. 1, 3, 4, 5, 6, 8 c.p., per avere stabilmente fatto parte, unitamente ad altre persone, della struttura organizzativa visibile dell’associazione di tipo mafioso ed armata denominata ‘ndrangheta, presente ed operante sul territorio nazionale e all’estero, costituita da numerosi locali, articolata in tre mandamenti, con organo di vertice collegiale denominato “Provincia”, in più stringente connessione operativa con l’articolazione territoriale denominata cosca “TEGANO” di Archi, in prevalenza operante nel Comune di Reggio Calabria e nelle aree limitrofe, avvalendosi della forza di intimidazione scaturente dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà nel citato territorio, per:

  • commettere una serie indeterminata di delitti, tra i quali numerosi posti in essere contro la persona, il patrimonio (in particolare estorsioni) e l’amministrazione della giustizia;
  • acquisire direttamente o per interposta persona fisica o giuridica la gestione o, comunque, il controllo di attività economiche (finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto o il profitto di delitti), di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici;
  • realizzare profitti o vantaggi ingiusti per i sodali, per i concorrenti esterni, per i contigui o per altri, anche attraverso la partecipazione diretta alle attività economiche di interesse e la riscossione di ingenti somme di denaro a titolo di tangente;
  • impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o procurare voti agli associati, ai concorrenti esterni, ai contigui o ad altri in occasione di consultazioni elettorali.

Le ordinanze di custodia cautelare in questione, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari, fanno seguito ai provvedimenti cautelari di fermo emessi dalla Procura della Repubblica – Direzione Investigativa Antimafia – di Reggio Calabria ed eseguiti nello scorso mese di novembre in tutto il territorio nazionale da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria – Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, unitamente a personale del Centro Operativo della DIA di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia di Roma e della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Le misure restrittive sono state eseguite nell’ambito dell’operazione denominata “Galassia” con la quale è stata accertata l’esistenza di una pluralità di associazioni per delinquere operanti sul territorio nazionale nel settore della raccolta del gioco e delle scommesse con i marchi “PLANETWIN365” (fino al 2017), “BETALAND” ed “ENJOYBET” le quali, in rapporto sinallagmatico con la ‘ndrangheta, da un lato consentivano a quest’ultima di infiltrarsi nella propria rete commerciale e di riciclare gli imponenti proventi illeciti, dall’altro traevano esse stesse significativo supporto per l’ampliamento della propria rete commerciale e per la distribuzione capillare del proprio marchio sul territorio.

Le investigazioni, in particolare, hanno evidenziato la piena operatività di un articolato sodalizio criminale che – grazie agli accordi territoriali con le organizzazioni mafiose – si è infiltrato nel tessuto economico nazionale, con specifico riferimento al comparto dei giochi e delle scommesse, compiendo una pluralità di violazioni che riguardavano la raccolta fisica delle scommesse in assenza della prevista concessione rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’utilizzo di siti online “.com” completamente illegali, l’uso dei Centri Trasmissioni Dati (CTD) e dei Punti Vendita Ricariche (PVR), come schermo giuridico fittizio dietro cui celare la raccolta illegale.  

Nel corso delle indagini, inoltre, è stato rilevato anche l’esercizio, da parte di alcuni componenti del gruppo criminale investigato, di una pluralità di attività illecite quali l’esercizio abusivo di attività creditizia, l’organizzazione di corse clandestine di cavalli con la contestuale raccolta illegale delle scommesse, la creazione di alcune sale adibite a “bische clandestine” gestite da soggetti appartenenti e/o vicini a cosche di “‘ndrangheta”, operanti sul territorio reggino, il riciclaggio e il traffico di sostanze stupefacenti.

I soggetti nei cui confronti è stata eseguita la misura cautelare personale sono: TEGANO Domenico (cl 92), IANNI’ Bruno Danilo Natale (cl 92), ARICO’ Domenico (cl 68), CAMINITI Carmelo (cl 61), FRANCO Francesco (cl 92), FURFARO Santo (cl 66), SERGI Francesco (cl 78), ZUNGRI Antonio (71), LARUFFA David (cl 73), ABBADESSA Giuseppe (73), CALIO’ Gabriele (79), SESTITO Danilo (cl 81), TAVARELLI Paolo Carlo (cl 70), SIPONE Paolo (cl 65), DECANDIA Giuseppe (cl 75), SCHEMBRI Davide (cl 74), MURINA Carmelo Consolato (cl 64) e PENSABENE Giuseppe (cl 76).

In esecuzione di apposito provvedimento di sequestro, inoltre, sono state rinvenute e sottoposte a sequestro 17 imprese operanti sul territorio nazionale, 23 imprese estere, 33 siti di scommesse on-line, 24 immobili, numerosi automezzi, conti correnti italiani e esteri, nonché di innumerevoli quote societarie di imprese nazionali ed estere, per un valore di oltre 723 milioni di euro.

L’attività eseguita testimonia il costante presidio esercitato dal Corpo sul territorio e l’efficacia dell’azione posta in essere a salvaguardia delle leggi ed al contrasto di un fenomeno, quello del settore del gioco e delle scommesse on-line, connotato da una forte pericolosità sociale.

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