Gio. Mar 28th, 2024

La nuova struttura commissariale già alle prese con un lungo elenco di decreti firmati dal predecessore nonostante fosse già stato sostituito. E i primi movimenti dei neo nominati non sembrano per nulla concilianti

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Con l’insediamento del sub commissario Thomas Schael (nella foto in basso a destra), preparatorio di quello del commissario Saverio Cotticelli (nella foto a sinistra), atteso dopo l’Epifania, si è aperta una nuova stagione della sanità calabrese, ma le premesse parlano già di un lavoro estremamente faticoso per la nuova struttura commissariale. Perché da affrontare non c’è solo la ormai “storicizzata” emergenza del settore, plasticamente resa dai 24 compiti che il governo gialloverde ha assegnato al generale dell’Arma e al manager dai tratti e dal curriculum teutonici, ma ci sono “resistenze” di ogni tipo, di provenienza essenzialmente regionale (e non solo della politica regionale).

E poi c’è un’eredità pesante. È l’eredità che a Cotticelli e Schael consegna l’ormai ex commissario Massimo Scura, che dopo tre anni e mezzo ha salutato la sanità calabrese disseminando però di trappole il futuro percorso del nuovo tandem commissariale. Trappole che hanno la forma ma soprattutto la sostanza dei decreti, oltre 20, che Scura, asserragliato nel “fortino” di Palazzo Alemanni nel cuore di Catanzaro dov’è stato relegato dal governatore Mario Oliverio, ha sfornato dal 7 dicembre, che è il giorno della delibera di nomina dei nuovi commissari da parte del Consiglio dei ministri. E se almeno una dozzina di questi decreti all’apparenza sono abbastanza ordinari e di routine, non altrettanto si può dire per gli ultimi adottati da Scura quando ormai la discesa in Calabria dei suoi successori era davvero questione di ore. Non a caso, tra le indiscrezioni trapelate ieri a margine del blitz di Schael alla Cittadella, quelle più consistenti riferivano della necessità da parte dei nuovi commissari di stoppare la “bulimia” decretizia di Scura, dagli effetti potenzialmente dirompenti, anche sulle casse della Regione, e di incominciare a valutare il da farsi nei confronti di provvedimenti la cui legittimità è quantomeno dubbia, se non completamente inesistente. Secondo quanto trapela da fonti accreditate, dal 7 dicembre Scura avrebbe prodotto, per la precisione, 21 decreti, compresi dal numero 249 al numero 270. Nella sola giornata coincidente con la nomina del nuovo commissario Cotticelli e del vice Schael, Scura avrebbe vergato ben 13 decreti, in gran parte di autorizzazione e accreditamento di strutture sanitarie o di esecuzione di accordi nazionali: come suol dirsi, “atti dovuti”, che probabilmente possono persino essere considerati irrilevanti sul piano della gestione del comparto.

Ma di tutt’altro tenore sono invece i decreti che l’ormai ex commissario avrebbe emanato negli ultimi giorni di sua permanenza in Calabria, decreti che invece avrebbero un forte impatto e significato, politico e anche finanziario: a quanto risulta, infatti, a metà dicembre il già ex commissario Scura – a esempio – avrebbe prodotto un decreto di opposizione al disegno di legge della giunta regionale che ridisegna la sanità calabrese (in pratica, il disegno di legge relativo all’accorpamento degli ospedali territoriali “spoke” in quelli regionali di Catanzaro, Cosenza e Crotone, e alle procedure concorsuali omogenee su tutto il territorio calabrese). E, soprattutto, il 18 dicembre Scura, pur non essendo più commissario da oltre dieci giorni, avrebbe prodotto uno dietro l’altro tre decreti – i numeri 266, 267 e 268 – che fissano, per i prossimi sei mesi, il budget per gli operatori privati (rispettivamente quelli dell’assistenza ospedaliera, della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza territoriale). Scura – sempre secondo fonti accreditate – avrebbe motivato questa “mossa” con l’intenzione di evitare problemi dall’1 gennaio 2019 perché le banche non avrebbero più potuto fare anticipazioni agli operatori privati, ma la sua “mossa” è palesemente in conflitto con il punto 11 della delibera governativa di nomina del commissario Cotticelli e del sub Schael, il punto che dà loro mandato per – testuale – «la definizione dei contrati con gli erogatori privati accreditati e dei tetti di spesa delle relative prestazioni… e la definizione delle tariffe delle prestazioni sanitarie». Da qui il grande allarme per i nuovi vertici commissariali, che adesso – secondo i “bene informati” – potrebbero orientarsi anche per l’annullamento in autotutela di questi decreti emanati da Scura quando lo stesso Scura non era più commissario. Così come una certa preoccupazione starebbe trapelando, dalla nuova struttura commissariale, per quello che, in questi ultimi giorni, Scura potrebbe aver messo in campo nella sua veste “aggiuntiva” di soggetto attuatore dell’Asp di Reggio Calabria, l’azienda sanitaria più “malata” della Calabria. In ogni caso, ci sono tutti i presupposti per brusco e ruvido “giro di vite” da parte dei nuovi commissari, che già hanno fatto capire quale aria tirerà con loro, un’aria che non si annuncia particolarmente conciliante. Tra l’altro, l’arrivo a sorpresa di Schael alla Cittadella, e non a Palazzo Alemanni, finora “casa” di Scura e dell’Ufficio del commissario, da molti analisti è stato visto come un segnale lanciato anche alla politica regionale, che nei confronti dei nuovi commissari e del governo Lega-Movimento 5 Stelle che li ha nominati non ha certo steso il tappeto rosso, anzi ha già fatto ricorso alla magistratura costituzionale.

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