Sab. Apr 20th, 2024

Sarebbero quattro le posizioni “delicate” nei fascicoli aperti a Salerno. Gratteri sentito dal gotha della Cassazione sui rapporti con Lupacchini. Il nodo dell’arresto del maresciallo Greco e la “macchina del fango” contro la Dda.

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La bufera era nell’aria. Da mesi. Nei fascicoli aperti dalla Procura di Salerno, le posizioni di alcuni magistrati calabresi (non sono quindici) sono diversificate. E quelle particolarmente delicate sarebbero quattro.

LA PAGINA DEL “FATTO” Il “Fatto Quotidiano”, giovedì mattina, ha riportato il quadro d’insieme, scrivendo che sotto inchiesta sarebbero finiti magistrati, «pure con ruoli apicali», degli uffici di Catanzaro, Cosenza e Crotone. E ha citato, tra gli inquisiti, il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo (che sarebbe indagato per corruzione e corruzione in atti giudiziari), il procuratore aggiunto di Catanzaro, Vincenzo Luberto (sarebbe indagato per rivelazione di segreto d’ufficio e abuso d’ufficio), e il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla (indagato per abuso d’ufficio). Accanto al terremoto c’è anche uno scontro, riportato ancora dal “Fatto” che avrebbe visto protagonisti, davanti al Csm, il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, e il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. Il primo avrebbe contestato le modalità con le quali Gratteri ha trattato la trasmissione a Salerno di alcuni atti riguardanti magistrati. Il secondo avrebbe respinto con fermezza la contestazione, ribadendo che – nell’indagine che ha portato all’arresto del maresciallo Carmine Greco – non poteva coordinarsi con la Procura di Castrovillari perché c’erano dei sospetti sugli inquirenti. C’è di più e c’è dell’altro, come il Corriere della Calabria vi aveva raccontato qualche settimana fa.

L’AUDIZIONE DI GRATTERI IN CASSAZIONE È vero che Gratteri è stato sentito dal Consiglio superiore della magistratura. Ma è altrettanto vero che il magistrato è stato ascoltato come parte offesa dai vertici della Corte di Cassazione. Il tema: i rapporti con Otello Lupacchini. L’audizione di Gratteri è stata secretata, ma il procuratore capo di Catanzaro avrebbe ribadito il punto già emerso in una “riservata” che un alto ufficiale avrebbe mandato ai comandi superiori con riferimento proprio a una seduta del Comitato interprovinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, tenutosi nella prefettura di Catanzaro il 6 novembre scorso. Nella nota si specifica che «— il dottor Nicola Gratteri, dal canto suo, non ha mancato in tale occasione di replicare: io ho scritto perché ho ricevuto annotazioni scritte. Alle lettere si risponde con una lettera. In passato non era così, forse, ma recentemente si è deciso di scrivere, sicuramente sarà una coincidenza, ma questa prassi è stata adottata da quando il maresciallo Greco, dopo essere stato arrestato ha iniziato a collaborare con questa Procura». Della disponibilità di Greco a “dialogare” con i magistrati della Dda di Catanzaro si sussurra da tempo così come dell’invio di alcuni suoi verbali di interrogatorio sempre a Salerno. Resta da capire – ed è anche su questo che la Procura generale della Cassazione effettua accertamenti – se la vicenda che ruota attorno al maresciallo dei carabinieri – arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa – abbia contribuito (e in che modo) a scatenare un conflitto. Sono due, infatti, i fascicoli aperti dalla Cassazione sulle vicende che riguardano gli uffici giudiziari di Catanzaro, registratesi nell’ultimo trimestre, in uno con un poco sereno scambio epistolare tra Procura distrettale e Procura generale di Catanzaro.

FASCICOLO SULLA “MACCHINA DEL FANGO” E, sempre tra i fascicoli sotto la lente della Procura di Salerno, ce n’è uno sulla base di un’informativa dei carabinieri. I militari avrebbero ricostruito una serie di movimenti che avevano lo scopo di costruire una “macchina del fango” per colpire i magistrati in servizio alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. È l’ennesimo tassello di un quadro complicato, che Salerno è chiamata a sbrogliare. Quadro che si lega con le minacce alla sicurezza del procuratore capo di Catanzaro, per il quale – nelle ultime settimane – sono in corso di adozione misure straordinarie.

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