Gio. Mar 28th, 2024

C’è una distanza enorme tra il potere e il popolo” e il Grand Débat national, come risposta all’ondata di protesta in Francia dal 17 novembre scorso, “è stato annunciato solo per guadagnare tempo. Non c’è bisogno di un grande dibattito per ridare i soldi alle persone e per aumentare le pensioni“. “Il salario minimo non è stato rivalutato, è stato una finta averlo annunciato e 10 miliardi di euro di misure per 66 milioni di francesi non rappresentano nulla“, aggiunge il leader marsigliese del movimento. Da anni, spiega Marra, “le nostre ‘teste pensanti’ non fanno nulla” per il popolo. “E’ da un anno e mezzo, da quando è stato eletto Macron presidente della Repubblica, che non sono arrivate delle risposte e non è successo nulla. Anzi “c’è stato un calo del potere d’acquisto, hanno deciso di limitare la velocità a 80km/h dai 90 previsti su alcune strade statali, di aumentare il costo dei carburanti. L’aumento dei prezzi dei carburanti è stata la scintilla di un malessere: le persone non ce la fanno più“. La campagna elettorale di Macron, che lo ha portato ad essere eletto presidente della Repubblica il 14 maggio del 2017, “dava una grande speranza, era una personalità politica nuova, un giovane“. Invece, sottolinea Marra, “Macron ci ha fregato. Si è dimostrato anche immaturo. Abbiamo visto il rovescio della medaglia“. Il portavoce del gruppo marsigliese spiega poi che nel movimento ci sono varie anime. “Quelli come Eric Drouet e compagnia fanno parte di quella frangia più dura del movimento e non siamo chiaramente su quella linea. Quelli come Jacline Mouraud fanno parte di quella frangia più tenera. Noi diciamo siamo in mezzo“, sottolinea Marra. “E – conclude l’esponente del movimento marsigliese, a novembre nominato tra i portavoce dei gilet jaunes- non siamo con gli estremi: la volontà del popolo non è di distruggere tutto. Vogliamo una migliore ripartizione delle ricchezze“.

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I Gilet gialli ora devono strutturarsi. I francesi non chiedono più al movimento di scendere in piazza, di manifestare o di occupare le piazze ogni settimana. Il popolo chiede al movimento di strutturarsi. Ora siamo al lavoro per strutturare questo movimento, perciò non parteciperemo alla mobilitazione di oggi e dei prossimi giorni“, il cosiddetto atto 9 della protesta dei Gilet gialli che è iniziata lo scorso 17 novembre. In ogni caso, rileva Marra, “se ci sono Gilet gialli che vogliono scendere in piazza per noi va bene. E’ positivo che il movimento continui a presidiare anche le strade e per dire che ci siamo ancora. Noi abbiamo fatto una scelta diversa. Abbiamo deciso di strutturarci“.

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