Gio. Apr 25th, 2024

Melicchio, Granato e Tucci inviano un’istanza al governo e al prefetto di Catanzaro: «Di fatto il Tribunale ha vietato al governatore di andare nelle due città dove dovrebbe svolgere il mandato elettorale». La replica dell’avvocato Belvedere: «Sfugge loro che è già stato autorizzato a partecipare ai lavori della conferenza Stato-Regioni»

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«Il presidente della Regione Mario Oliverio va sospeso dalla sua carica in virtù delle legge Severino». Questo è quanto affermano i parlamentari calabresi del M5S Alessandro Melicchio, Bianca Laura Granato e Riccardo Tucci, che annunciano di aver inviato un’istanza al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro per gli Affari regionali, al ministro dell’Interno e al Prefetto di Catanzaro. I tre parlamentari pentastellati chiedono l’acquisizione dal Tribunale Penale di Catanzaro delle copie dei provvedimenti con i quali è stata emanata per Oliverio la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di San Giovanni in Fiore «per poter valutare se vi siano i presupposti per l’adozione del provvedimento di sospensione di Oliverio dalla carica di presidente della giunta regionale della Calabria».
Melicchio, Granato e Tucci specificano poi perché, secondo loro, si dovrebbe intervenire a norma di legge: «Dal 17 dicembre Mario Oliverio è stato attinto, a seguito di richiesta di arresti domiciliari da parte della Procura di Catanzaro, dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora presso il Comune di San Giovanni in Fiore adottata dal Gip del Tribunale di Catanzaro. Successivamente il Tribunale del Riesame ha confermato questa misura cautelare, che è personale, coercitiva e obbligatoria. Ma la sede della giunta regionale della Calabria si trova a Catanzaro mentre il consiglio regionale, di cui Oliverio è membro, si trova a Reggio Calabria. Il Gip e il Tribunale del Riesame disponendo l’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, di fatto hanno vietato a Mario Oliverio di fare ingresso nelle due città dove dovrebbe svolgere il mandato elettorale». Tutto ciò, secondo i tre parlamentari pentastellati, «andrebbe inquadrato con riferimento all’articolo 8 della Legge Severino che prevede la sospensione dalla carica del Presidente della Giunta Regionale quando il divieto di dimora riguarda la sede dove si svolge il mandato elettorale».
«Abbiamo chiesto di intervenire per far rispettare la legge – concludono Melicchio, Granato e Tucci – ma Oliverio avrebbe dovuto dimettersi immediatamente, se davvero avesse avuto a cuore la Calabria. Il governatore finge che la dimora obbligata a San Giovanni in Fiore non pesi affatto nella concreta gestione degli affari correnti, ma la sua vicenda giudiziaria non può compromettere il futuro della nostra regione. È giunta l’ora di far rispettare la legge e archiviare la sua fallimentare amministrazione, per il bene della Calabria».

LA REPLICA DELL’AVVOCATO DI OLIVERIO A stretto giro la risposta del difensore di Oliverio, l’avvocato Enzo Belvedere, diffusa tramite l’Ufficio stampa della giunta regionale: «La provvisoria misura cautelare cui è sottoposto il governatore non rientra nella previsione della Legge Severino, con buona pace dei parlamentari grillini che la hanno malamente scomodata. Sfugge loro non solo il dato normativo e la differenza tra divieto di dimora ed obbligo di dimora (capisco che è materia di chi conosce il diritto processuale penale), quanto la circostanza che già da sabato scorso il governatore è stato autorizzato dal G.i.p. a partecipare ai lavori della conferenza Stato-Regioni che si tiene per più giorni in Roma. Possono star tranquilli – conclude Belvedere – che la misura avrà presto un suo epilogo positivo per il Governatore ed ancor più sicuri di aver sbagliato a pensare alla Severino!».

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