Ven. Apr 19th, 2024

E’ molto lungo l’elenco di quello che non funziona nell’Asp di Reggio Calabria e a dimostrarlo è la Commissione d’Accesso antimafia, o meglio, la corposa relazione da essa redatta consegnata prima in Prefettura e ora sottoposta all’esame di Palazzo Chigi; il Consiglio dei ministri dovrà infatti pronunciarsi sul destino dell’Azienda sanitaria provinciale e sentenziare sulla gestione dell’Ente.
Al centro gli appalti anomali, le gare gestite con continue proroghe, gli incarichi sospetti e le disfunzioni irrisolte che hanno spinto la Prefettura ad autorizzare accertamenti e approfondimenti per verificare l’eventuale sussistenza di forme di infiltrazione o di condizionamento di tipo mafioso. I tre commissari, il prefetto a riposo Meloni assieme a Buda e Piccone hanno, quindi, raccolto una copiosa documentazione riguardante presunte interferenze illecite nella guida amministrativa dell’Ente, comunicazioni sulla gestione degli appalti per servizi e forniture, gare anomale, proroghe concesse da anni a ditte in tutto il territorio reggino, doppi pagamenti, servizi assegnati dalla direzione generale ma inspiegabilmente mai resi nella pratica; e, documenti a parte, sono state annunciate anche visite negli uffici di tutta l’azienda sia in città sia nel territorio provinciale per cercare di fare chiarezza nella vicenda.
Dopo il comunicato della Prefettura dei mesi scorsi ora spetta al Governo dire la sua: qualche settimana e si dovrebbero conoscere i nuovi scenari che si apriranno per la guida dell’azienda, una guida già più volte finita al centro del ciclone mediatico che stavolta, però, sembra proprio essere a rischio scioglimento.

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FRANCESCA CLEMENO|redazione@telemia.it

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