Ven. Apr 19th, 2024

Nel 1861, il 13 febbraio, cadde il Regno delle Due Sicilie e inizio’ il declino del sud.
Si metteva fine, “manu armata” al regno borbonico, cominciava l’Italia unita e la colonizzazione del Sud. Iniziava quel giorno, una lotta di resistenza etichetta “brigantaggio”, che insanguino’ ”, per quasi un decennio, gran parte del Sud Italia.
Il Sud, più avanzato e più ricco del Nord, fu un bottino su cui mettere le mani. Il Regno non era una landa desolata, arretrata, da civilizzare, ma una nazione tra le più industrializzate d’Europa, dove non esisteva la disoccupazione. Dopo l’unità, sicuramente tutto è cambiato, ma, in peggio. Disoccupazione, emigrazione, povertà, sono i mali nel Sud attuale.

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“L’Unità d’Italia non è avvenuta su basi di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno, nel rapporto territoriale città-campagna. Cioè, il Nord concretamente era una “piovra” che si è arricchita a spese del SUD e il suo incremento economico-industriale è stato in rapporto diretto con l’impoverimento dell’economia e dell’agricoltura meridionale. L’Italia Settentrionale ha soggiogato l’Italia meridionale e le isole, riducendole a colonie di sfruttamento.”
A.Gramsci

Da meridionale mi rattrista aver studiato sui libri scolastici, altre “storie” , che dipingevano la nostra, con altri colori. Molti storici meridionali, soprattutto quelli di sinistra, che pur conoscevano bene il pensiero di Gramsci e di altri pensatori meridionalisti, tra tutti F.S.Nitti, hanno sicuramente sottaciuto volontariamente su quei tristi e oscuri fatti, che hanno penalizzato fortemente il Meridione. Gli stessi, hanno snobbato e ghettizzato le poche voci che andavano controcorrente, tra tutti Nicola Zitara. Nella loro scalata in ambito accademico, hanno preferito seguire la storia “ufficiale”, nascondendo una verità scomoda, che per fortuna sta, in silenzio emergendo con forza e che renderà giustizia postuma ad un Popolo, reso dagli eventi succube dei suoi stessi “fratelli d’Italia”.

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