Ven. Mar 29th, 2024

Antonietta Nicotra combatte la malattia con forza e positività, e si batte per la ricerca.

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Qualcuno ha detto che “le donne raggiungono l’apice della loro forza quando si armano della loro debolezza”. E forse è proprio quello che è successo ad Antonietta Nicotra, mamma e insegnante palmese, colpita inaspettatamente da un tumore al pancreas quasi due anni fa.

Dal luglio del 2017 si sottopone ogni quindici giorni alla chemioterapia, va e viene da Verona dove si sta curando, ma non può essere operata.

“Potevo scegliere di fare l’ammalata o di lottare. – ha detto –  E ho preferito la seconda opzione. Appoggiata da una famiglia che mi ha fatto capire che l’amore, se è vero, si trasforma in una forza senza eguali”.

Era aprile, aveva dolore al fianco Antonietta. Pensando che si trattasse di una semplice colite, ha curato l’alimentazione per qualche giorno. Ma il dolore non passava. Ha fatto quindi delle analisi, poi la risonanza e da lì la tac.

“Quando è arrivato il risultato mi ero preparata psicologicamente all’autocontrollo. – ha raccontato – Non volevo trasmettere paura ai miei figli o a mio marito. E anche se non mi sentivo le gambe, mi sono alzata le maniche e con le mani sui fianchi ho detto loro: ‘Innanzitutto menomale che non è venuto a voi. E seconda cosa, voglio lottare!’.”

Da subito si è preoccupata più per gli altri che per se stessa. Si è aggrappata a delle “belle coincidenze” che si sono susseguite dopo la diagnosi, e si è concentrata sul da farsi, certamente non senza momenti di sconforto o confusione.

“Ho dei giorni buoni, e altri meno buoni. – ha aggiunto – So che non si guarisce. Per adesso possiamo solo cercare di tenere il tutto fermo. Ma credo nella medicina e sono molto religiosa. Per me i miracoli esistono. Di sicuro non sono pronta alla morte. Chiedo al Signore di vivere il più a lungo possibile. Anche così.”

 

“Quando ti capita una cosa del genere non sei più la stessa persona. È inevitabile.  – ha detto – Però mi aiuta prendermi cura degli altri. Non posso dire che il tumore sia stato un dono, ma mi ha dato la possibilità di conoscere belle persone di fare nuove esperienze”.

Diventata da subito socia dell’associazione Nastro Viola, Antonietta si è data da fare anche sul fronte della sensibilizzazione nei confronti della ricerca.

Lo scorso 15 novembre, in occasione della giornata mondiale per la lotta al Tumore al Pancreas, ha chiesto al comune la concessione di un monumento da illuminare di viola, il colore di questo tipo di tumore. Con l’aiuto di amici e parenti ha allestito un gazebo con dei fogli informativi e ha fatto volare in cielo dei palloncini rigorosamente dello stesso colore.

Non solo. Ha raccolto dei fondi da mandare all’associazione, circa 3.400 euro, e ogni qualvolta si presenti l’occasione la coglie al volo per poter fare una donazione.

E su questo che punta Antonietta. “Bisogna diffondere la cultura di donare per la ricerca. Anche e soprattutto per malattie che ancora non hanno una cura. Bisogna farsi forza e pensare solo al presente. Non si sa cosa accadrà in futuro. Nessuno lo sa”.

 

 

 

 

 

 

Eva Saltalamacchia – inquietonotizie

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