Ven. Apr 19th, 2024

Può l’amore, il sentimento che ci lega ad un’altra persona, trasformare e distorcere la realtà, farci vedere reali cose che tali non sono?

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Il quesito lo pone Pirandello con La vita che ti diedi, tragedia consumata sulle tavole del Teatro del Grillo di Soverato, dove la vita e la morte si incontrano e si scontrano più volte. Pirandello sceglie di portare sulla scena il dramma che una madre vive per la morte del figlio. Una morte che non vuole o non può accettare. Un abbandono che la donna rifiuta, tutta presa dal suo ruolo di madre.

Protagonista assoluta della pièce pirandelliana è Caterina Costantini – anche registache interpreta il ruolo della madre Donna Anna Luna in maniera intensa, eccellente. La sua recitazione struggente comunica il pathos del personaggio non solo con l’emotività del dialogo, ma anche con l’espressione dello sguardo che sembra raggiungere lo spettatore e la sua sensibilità.

Immersa nel suo “lucido delirio”, come lo definisce l’autore stesso, cerca disperatamente di mantenere il figlio in vita, oltre il limite della ragione, della realtà.

Anna Luna non vede il proprio figlio da sette anni, ma durante quel lungo periodo d’assenza è sempre stato vivo e presente per lei che lo ha fatto vivere nella sua fantasia, inventandosi, giorno dopo giorno, un’immagine di lui vicina al ricordo del giorno dell’abbandono.

Il suo amore per Fulvio è patologico, ossessivo…il figlio fuggiasco che si allontana da lei sette anni per recidere quell’amore incestuoso. E lui per voler esorcizzare ciò rivive quella passione con un’altra donna, ovviamente madre.

Il dolore di Donna Anna s’intreccia con quello dell’amante del figlio, che da lui aspetta un bambino. La morte e la vita del grembo uniscono le due donne fino a quando la nuova vita non dissipa la follia rendendo la protagonista conscia che quel decesso non può avere più misteri, né vita. E con il figlio, muore anche lei.

Bravissima anche la co-protagonista Lorenza Guerrieri e gli altri interpreti: Lucia Ricalzone, Dario Ettorre, Maddalena Rizzi, Maria Cristina Gionta e Vita Rosati applauditissimi dal pubblico del teatro soveratese, pubblico al quale Caterina Costantini ha rivolto un saluto spiegando che lo spettacolo nasce per esorcizzare il dramma vissuto dalla sorella con la morte del figlio e quindi del nipote dell’attrice. Ha poi ringraziato il direttore, Claudio Rombolà, per aver avuto la sensibilità di includere nella stagione teatrale questo dramma di non facile interpretazione, forse tra i più difficili nel panorama drammaturgico.

 

Un testo ancora moderno e che riesce a sorprendere. Tante le emozioni, ma anche le verità che Pirandello continua a trasmetterci, tra queste il vuoto e la solitudine che circonda la vita di tutti noi.

 

Ufficio Stampa

Rosy Urso

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