Sab. Apr 20th, 2024

Lunedì 21 Gennaio il Liceo Scientifico Zaleuco ha ospitato lo scrittore Carmine Abate nel quadro del Progetto “Incontro con l’Autore”, curato dalla Prof.ssa Pedà. Lo scrittore, accompagnato dalla Dr.ssa Roberta Strangio animatrice della Libreria Mondadori che ha reso possibile l’iniziativa, giunto allo Zaleuco ha raggiunto l’aula magna già occupata da numerosi studenti accompagnati dai loro docenti.  Dopo i saluti e i ringraziamenti istituzionali, la Prof. Pedà ha brevemente presentato lo scrittore, facendo riferimento alla sua ultima opera, Le rughe del sorriso. Carmine Abate ha preso la parola, ringraziando dell’invito e illustrando le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere, in questa particolare fase della nostra storia, un romanzo che parla di emigrazione e accoglienza.  Lo scrittore ha voluto parlare per poco tempo, privilegiando le domande degli studenti: “mi interessa conoscere i vostri pensieri, le emozioni che avete avuto leggendo questo libro”. Nel corso degli interventi sono stati trattati diversi argomenti: il senso di usare nella scrittura il dialetto, la condizione dell’emigrante calabrese in un passato non molto lontano, l’attuale situazione dell’emigrazione proveniente dal Sud del mondo. Abate ha fatto molti riferimenti alla sua esperienza personale: la vita felice da bambino nella campagne della Calabria, la vita di emigrante in Germania e la sua esperienza di vita oggi di calabrese di origine albanese che vive in Trentino. La storia raccontata da Carmine Abate aiuta a riflettere, evitando di entrare nella “questione emigrazione” secondo una mentalità da tifoseria irrazionale, come ha sottolineato la Prof.ssa e scrittrice Luisa Ranieri, presente tra il pubblico che, a conclusione dell’Incontro,  ha dichiarato:  l’autore ci presenta nelle prime pagine del libro  l’invito  di Elias Canetti  : “ Raccontare, raccontare, finché non muore più nessuno.  Mille e una notte, milioni e una notte ”

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ed  alla fine le sue personali riflessioni:

“ Bisogna farsi viaggiatori per decifrare i motivi che hanno spinto tanti a partire e tanti altri ad andare incontro alla morte. Sedersi per terra intorno ad un fuoco e ascoltare le storie di chi ha voglia di raccontarle, come hanno fatto altri viaggiatori  fin dalla notte dei tempi ”.

In questa cornice prendono vita le vicende degli ultimi e dei  penultimi  della società d’oggi: gli immigrati , per lo più africani, in affannosa fuga da guerre e distruzioni  e gli abitanti di alcune zone della Calabria che li accolgono prima  per finire poi spesso  col diffidarne e sfruttarli.

Migranti di oggi i primi, figli degli emigrati di ieri  i secondi,  in un ambiente paesano reso continuamente vuoto di vita dalle partenze dei suoi abitanti.

Il romanzo, coralmente epico, vede l’ accavallarsi di  racconti e punti di vista  differenti , espressi in una babele di  linguaggi differenti: dal dialetto calabrese degli abitanti del posto  alla mescolanza di somalo, arabo, inglese e calabro con cui i nuovi arrivati cercano di farsi capire.

 E così le vicende tragiche della loro fuga attraverso il deserto, gli orrori delle prigioni libiche, la traversata in mare su gommoni di fortuna, l’arrivo, l’accoglienza e lo sfruttamento nei campi , la rivolta di Rosarno del 2010, da numeri e statistiche diventano Persone, in un afflato di Umanità che inquieta e fa fatica a trovare risposte.

L’incontro, condotto dallo scrittore, con la regia della Prof.ssa  Pedà, in modo sereno, aperto e diretto, si è concluso con  i ringraziamenti del dirigente, dei docenti e degli  studenti.   Prima di lasciare il liceo, Abate è stato intervistato da un gruppo di allievi per la radio della scuola: è stata l’occasione per approfondire alcune tematiche già emerse in precedenza e aprire discorsi nuovi. Lo scrittore ha apprezzato la preparazione e la capacità dimostrata dai giovani giornalisti durante l’intervista; i ragazzi sono rimasti colpiti dalla disponibilità dello scrittore che ha cercato il dialogo e non si è risparmiato nel raccontare il suo vissuto di uomo e letterato. Per i giovani dello Zaleuco è stato anche un segno di speranza, un esempio concreto di come sia possibile raggiungere mete elevate, per Abate essere tra gli scrittori italiani più affermati, e rimanere legato alla propria terra di origine .

 

 

Giuseppe Giarmoleo

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