Sab. Apr 20th, 2024

Il popolo di Facebook non è convinto della visita del ministro della Salute alle strutture di Locri e Polistena, trascurando però altre delicate situazioni come quelle di Melito, Reggio e Crotone

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«Cara Ministro, io lavoro nell’ospedale di Locri e, a sapere della sua visita, avrei voluto parlarle anche se avevo già vanamente cercato di farlo. Le voglio solo indicare che alcune di quelle persone con cui si è accompagnata questa mattina sono le stesse che hanno contribuito allo sfacelo: stia attenta agli interlocutori».
L’ ispezione a sorpresa di Giulia Grillo agli ospedali di Locri e Polistena, non ha convinto proprio tutti per modalità e tempistiche.
Dopo aver annunciato con largo anticipo una conferenza stampa a Reggio Calabria, verso le 11.45 il Ministro della salute posta sul suo profilo facebook la notizia di un’ispezione all’ospedale di Locri, «prima tappa del mio viaggio in Calabria» accennando anche alla necessità di questa visita per via della «grave condizione della sanità calabrese».
Condizione – non certo da oggi – sotto gli occhi di tutti, ma di fronte alla quale spesso anche la stessa Giulia Grillo è rimasta in silenzio. La pensano così le decine di utenti che hanno affollato il profilo del Ministro pentastellato: cittadini, personale ospedaliero, pazienti hanno sottolineato come più volte avessero provato a segnalare le condizioni di indigenza delle strutture calabresi senza però ricevere risposta alcuna.
A leggere i commenti si può ricostruire l’intera geografia del sistema sanitario di una regione letteralmente in ginocchio per via «di ospedali che non sono altro che carrozzoni clientelari serviti per la spartizione di posti e di voti».
Il richiamo proviene da tutte le province ed in prevalenza si sottolineano le pessime condizioni delle strutture ospedaliere come il Tiberio Evoli di Melito dove «il reparto radiologia è fermo dal primo di febbraio», quella di Reggio Calabria o di Crotone dove una paziente denuncia addirittura di aver subito dei maltrattamenti. Segnalazioni anche dal pronto soccorso di Cosenza definito «uno schifo» o da quello di Corigliano-Rossano «con due medici per cinquantamila abitanti». Ulteriori disperate richieste d’aiuto arrivano dalle aree interne e le zone (come quelle del cariatese) che si sono viste privare, negli ultimi anni, delle loro strutture.
Il perché dell’indignazione degli utenti può essere spiegato nelle tempistiche del presunto blitz, oltre che nei luoghi «strategici» scelti. Insomma, la vera ispezione la fanno i “fan” della ministra su Facebook.
Lo scorso 24 febbraio, la trasmissione televisiva “Le Iene” ha mandato in onda un servizio girato all’inizio dello stesso mese dove veniva fatta luce sull’atroce situazione della sanità calabrese influenzata da una forte infiltrazione della ‘ndrangheta nel sistema. Il servizio in questione prendeva come esempi proprio gli ospedali di Locri e Polistena, tappe di una visita non soltanto dal sapore preannunciato ma, stando così le cose, anche necessario e che potrebbe risolversi nell’ennesima fake: «Le faranno vedere solo i reparti che funzionano “bene”. Si faccia mostrare la farmacia, il pronto soccorso, e tutti i reparti dove sono ricoverate le persone» e ancora «vada nella Pneumologia, dove mancano i letti e il primario è un allergologo e non uno pneumologo». Il timore dei cittadini calabresi si lega in parte ai volti noti che accompagnano la Grillo come si vede nelle foto postate, «gente senza titoli, né meriti; responsabili di questo sfacelo; coordinatori assunti senza concorso che esercitano abusivamente grazie alla connivenza dei dirigenti» o ancora «personaggi discutibili che erano stati rimossi per poi essere reinsediati dai commissari nominati dalla stessa ministra».
La ministra promette che tornerà per visitare anche altre strutture ripartendo attraverso una diretta facebook dove sottolinea che «la sanità calabrese ha bisogno di uno straordinario impegno e ho deciso di presentare in un prossimo Consiglio dei Ministri un decreto straordinario con misure importanti per un cambiamento “senza se e senza ma”».
Il tempo potrà dare le giuste risposte seppure il conto alla rovescia per la sanità calabrese è iniziato ormai da molto tempo e se è vero che tre indizi fanno una prova, le modalità, i luoghi ed i tempi scelti per questa specifica visita innescano il grande timore che tutto possa risolversi nell’ennesimo controproducente spot fine a se stesso.

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