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Le scrivo per sensibilizzarLa sulla vicenda dell’Archi Calcio. Sono stato coinvolto dai vertici della squadra oggetto di una interdittiva che aveva interessato la figura dell’ex Presidente Tripodi. Un intervento imprescindibile dopo gli episodi di aggressioni, risse e violenze verificatisi nella scorsa stagione.

In data 21 marzo 2019 ho incontrato proprio ad Archi i vertici della squadra con diversi ragazzi che si allenavano speranzosi di tornare a giocare a pallone prima possibile. Sul piano della legge, il provvedimento della prefettura faceva seguito a un’indagine scaturita da precisi episodi avvenuti durante lo scorso campionato e, quindi, è sacrosanto. Ma guardando quei ragazzi mi sono domandato: «Oltre a rispettare la legge, possiamo offrire di più a quei ragazzi del mero calligrafismo giuridico?»

Vede, ad Archi, Arghillà e Gallico mi reco continuamente per lavoro. Con Paolo Liguori realizziamo inchieste per il programma “Fatti e misfatti – I Fuorilegge” su TgCom24 e in quelle zone ci sono stato pochissimi giorni fa. Onestamente detto, nelle strade di Archi vedo solo deboli tracce della presenza dello Stato (anche se la Sua amministrazione ha fatto cose che sicuramente hanno migliorato la situazione rispetto al passato). Va segnalata una meritoria azione delle istituzioni ecclesiastiche, delle suore. Detto questo, i problemi restano. Me ne sono accorto vedendo per l’ennesima volta, distribuiti nel cosiddetto vialone dei Tegano, quello che attraversa Archi Cep, che c’erano diversi ragazzini del quartiere che bighellonavano. A “controllarli” ci pensava una mia vecchia “conoscenza”, un certo Gino Molinetti detto “la Belva”, presunto killer, ora indagato dalla DDA per l’omicidio Scopelliti in funzione (sic!) di “educatore” ai valori della ‘ndrangheta. Ecco: mi domando se uno Stato degno di questo nome possa affidare il futuro dei propri giovani a simili personaggi che circolano, ahinoi, nelle strade dei quartieri difficili… quasi completamente indisturbati.

Il delegato allo Sport Giovanni Latella, che ho incontrato proprio ad Archi quel giorno, ha spiegato quanto ha fatto l’amministrazione nelle periferie e per questo lo ringrazio. Ora auspico una riflessione sulla questione della squadra di Calcio, oggetto di una interdittiva che – da quanto ho capito – impedisce ai giocatori di cimentarsi nel loro quartiere e al pubblico locale di assistere ai match. L’auspicio, detto fuori dai denti, è che il ‘rigore’ delle norme non sortisca poi effetti controproducenti nei territori. Nel rispetto della legge e delle regole, però, ho dei dubbi che il modo di declinare le norme sia sempre efficace sul piano sociale. Bisognerebbe andarci in quei posti per rendersi veramente conto di come vanno le cose.

So che grazie all’intervento del Comune alcune partite potranno essere giocate in casa. Questa è una bella notizia. Come dice la mia cara amica Annalisa Chirico, «bisogna dare una seconda chance». Ecco, su questo sollecito la riflessione Sua e della Sua giunta. Per quanto mi riguarda, sono disponibile a dare un contributo là dove ritenete possa essere utile, come ho ribadito, ai ragazzi dell’Archi calcio.

In fede

 

Klaus Davi

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