Sab. Giu 10th, 2023

di Klaus Davi Per i casati di Ndrangheta di Archi (con San Luca, Rosarno, Cirò , Gioia Tauro i vertici della potente mafia calabrese) non sarà una Pasqua serena. La Procura (e non era scontato quindi chapeau) e’ riuscita a fare pentire uno dei due presunti esecutori dell’omicidio di Francesca Fortugno e chissà cosa uscirà da quelle testimonianze. Che comunque non sono oro colato e spesso si è visto che le motivazioni dei pentimenti non sono sempre nobili e trasparenti. Anche su questo noi rimaniamo fedeli al laicismo del lavoro giornalistico. Torniamo alla vicenda dell’omicidio Fortugno. Gli ambienti di Archi tremano e le consultazioni con i legali si fanno frenetiche. La sensazione girando i bar di Via Nazionale, del Cep Archi (quei pochi rimasti aperti) sconfinando anche a Gallico è che l’ordine sia partito da li. Qualcuno azzarda che Lo Giudice si fosse preso qualche licenza di troppo, si fosse tenuto i soldi che andavano destinati ai Tegano o chi per essi, insomma che andava messo da parte. Ad Archi dicono che la scelta di colpirlo in occasione dell’incontro della povera Fortugno fosse voluta per ‘confondere’ le acque, per simulare un delitto di onore. Dal punto di vista della politica mafiosa, la tesi di alcuni Arcoti non fa una piega. Ed è corroborata dal fatto che tempo il capo di Sangiovannello e della zona controllato da Mimmo è sempre stato indicato dagli Arcoti. Anche l’attuale successore di Mimmo O Boi che già opera e si fa sentire, e del quale siamo in grado di costruire un preciso identikit di lui e di alcuni suoi collaboratori , anche attraverso le segnalazioni di alcuni imprenditori, pare sia una vecchia conoscenza di Archi….. Qualcuno dice che il sostituto era già designato prima della fatale serata.

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