Ven. Apr 19th, 2024
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Depositati i verbali con le dichiarazioni di Mario Chindemi. Coinvolto nell’operazione “De bello Gallico”, l’uomo è in carcere per l’omicidio dell’amante del boss Logiudice

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C’è un nuovo collaboratore di giustizia tra le fila della ‘ndrangheta di Reggio Calabria. Si tratta di Mario Chindemi, di 51 anni, in carcere perché indagato nell’inchiesta sull’omicidio, avvenuto a Gallico di Reggio, la notte del 16 marzo del 2018, di Fortunata Fortugno. Ad uccidere la donna, che si trovava all’interno di un’auto in compagnia del boss Demetrio Logiudice, detto “u boi”, affiliato alla cosca Tegano, fu il nipote del nuovo collaboratore, Paolo Chindemi, che esplose contro la coppia l’intero caricatore di una pistola calibro 38 special, mancando il bersaglio programmato, che era Logiudice.
Mario Chindemi avrebbe maturato la decisione di pentirsi già da qualche mese, ma solo stamani i primi verbali delle sue dichiarazioni sono stati depositati dai pubblici ministeri Walter Ignazitto e Diego Capece Minutolo nel corso dell’udienza del processo contro Marco Nese, 35 anni, originario di Vibo Valentia, amico di Chindemi, arrestato per detenzione illegale di armi a seguito di una perquisizione effettuata in una sua stalla a Gallico e ritenuto vicino alle cosche di ‘ndrangheta della zona nord di Reggio Calabria.
Mario Chindemi, a cui i killer delle cosche avversarie uccisero il fratello lo scorso anno in un agguato, è una delle persone coinvolte nell’operazione “De bello gallico”, eseguita dalla squadra mobile reggina per una serie di fatti di sangue avvenuti negli ultimi anni che hanno interessato le cosche della ‘ndrangheta delle zone di Catona, Gallico, Villa San Giuseppe, Rosalì, Calanna e Sambatello, in lotta per la conquista del predominio mafioso sul territorio reggino. Lo scontro, secondo quanto è emerso dalle indagini, è scaturito dall’assassinio di Domenico Chirico, braccio operativo del boss detenuto Pasquale Condello e cognato del pentito Paolo Iannò, avvenuto il 20 settembre 2010 ad opera di due killer, uno dei quali, Giuseppe Canale, venne a sua volta assassinato per vendetta a Gallico il 12 agosto del 2011.

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