Ven. Mar 29th, 2024

Una operazione della Polizia di Stato di Vibo Valentia e dello Sco,eseguita sotto le direttive della Dda di Catanzaro, è stata portata a termine contro la cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso. Decapitati, con alcuni arresti, i vertici del gruppo criminale, considerato tra i più influenti della criminalità organizzata calabrese. Sono quattro gli arresti eseguiti nell’ambito di tale operazione che è stata denominata “Errore fatale”. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della Dda. Le quattro persone coinvolte nell’operazione sono ritenute responsabili dell’omicidio di Raffaele Fiamingo, avvenuto a Spilinga (Vibo Valentia) nel luglio del 2003, e del tentato omicidio di Francesco Mancuso.
Le attività d’indagine, eseguite dai poliziotti delle Squadre mobili di Vibo Valentia e Catanzaro, coordinate dal Servizio centrale operativo e supportate anche da dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, hanno permesso di accertare l’esistenza di una faida interna nella cosca Mancuso. Si é scoperto che l’omicidio di Francesco Mancuso era maturato per contrasti insorti nella gestione delle attività criminali tra i componenti della famiglia Mancuso, ed in particolare tra la fazione capeggiata da Ciccio Mancuso, alias “Tabacco”, e quella guidata da Cosmo Mancuso, alias “Michele”. Eseguito a Milano uno dei quattro arresti si tratta di Antonio Prenesti, di 53 anni, detto “Mussu stortu” (muso storto). Prenesti é considerato un trafficante internazionale di droga ed ha precedenti per associazione mafiosa. Già destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’operazione “Dinasty” del 2003, diretta dalla Dda di Catanzaro, Prenesti riuscì a sottrarsi in quell’occasione all’arresto e restò latitante fino al 2010, anno in cui fu arrestato. Successivamente l’uomo riuscì ad ottenere la scarcerazione e rientrò nei ranghi operativi della cosca Mancuso. La Polizia sta svolgendo adesso indagini per accertare i motivi per i quali Antonio Prenesti si trovasse a Milano e quale ruolo svolgesse nel capoluogo lombardo nell’ambito delle attività criminali della cosca Mancuso. Gli altri arresti sono stati eseguiti, invece, secondo quanto si é appreso, in due centri del Vibonese, Tropea e Zungri, ed hanno riguardato esponenti di vertice della cosca Mancuso. Effettuati, inoltre, numerose perquisizioni nelle abitazioni ed in altri locali di pertinenza delle persone coinvolte nell’operazione. Tra gli arrestati c’é anche Giuseppe Accorinti, di 60 anni, il presunto affiliato alla ‘ndrangheta che il 5 agosto dello scorso anno, a Zungri, tentò di infilarsi tra i portatori della statua della “Madonna della Neve”, Santa patrona del centro del Vibonese, tra i quattro arrestati dell’operazione “Errore fatale” eseguita stamattina dalla Polizia a Vibo Valentia. Accorinti, detto “Peppone”, con precedenti per associazione mafiosa, estorsione, lesioni e violenza sessuale, é considerato dagli inquirenti l’uomo dei Mancuso a Zungri. All’epoca dell’episodio era sottoposto alla sorveglianza speciale. La sua presenza abusiva tra i portatori della “Madonna della Neve” fu segnalata da alcuni cittadini ai carabinieri, che sospesero la processione e bloccarono l’uomo, conducendolo in caserma. La processione, dopo l’allontanamento di Accorinti, riprese regolarmente. Figua poi Cosmo Mancuso, di 70 anni, considerato il capo del gruppo criminale. Mancuso é detenuto nel carcere di Prato. Considerato, invece, il “braccio armato” della cosca Mancuso Salvatore Poito, di 55 anni, è stato arrestato stamattina dalla Polizia e ha precedenti per associazione mafiosa, usura, estorsione e favoreggiamento.

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