Ven. Mar 29th, 2024

La lista voluta dal movimento “Pro San Luca” e affidata al candidato a sindaco Bruno Bartolo, infermiere in pensione, è quasi pronta. C’è ancora da limare qualche dettaglio ma la squadra è fatta, così come il simbolo che accompagnerà la lista, un libro aperto al centro, con ai lati una spiga di grano e un ramoscello d’ulivo. Bene in vista le parole “Lavoro” e soprattutto “Giustizia Sociale”, accompagnate dalla frase “San Luca ai sanluchesi”. Un mix di giovani e di persone con qualche anno in più, ai quali sarà affidata soprattutto una missione, quella del “recupero”, rispetto alla gestione straordinaria del Commissario, e ai problemi endemici e mai affrontati con determinazione come quello del lavoro, i diritti negati e il recupero di un immagine «pesantemente appannata – scrive Bartolo – che ci chiama tutti in causa».

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Lui stesso ha detto di offrire la sua «disponibilità a candidarsi a sindaco, perché i miei concittadini possano tornare ad affezionarsi a un municipio gestito dai propri rappresentanti democraticamente eletti, considerando ormai concluso il lungo e costante impegno del dottor Gullì«. L’altra parola sulla quale Bartolo ha scritto di voler puntare è “rilancio”. «Il futuro migliore – ha detto il candidato – che vogliamo costruire per San Luca non può che basarsi innanzitutto sulla serenità della comunità. Per averla bisogna poter contare su lavoro e sicurezza, che lo Stato ha il dovere di garantire in maniera saggia e convincente. Ma lo Stato – aggiunge Bartolo – siamo anche noi. I sanluchesi debbono mettersi all’opera per rilanciare il paese senza nascondersi e senza nascondere tutti i problemi che esistono».

Questo e tanto altro, Bartolo lo ha scritto in una lettera aperta: «Dobbiamo chiedere con forza tutti quei segmenti di lavoro che ci vengono negati, a causa, ad esempio, del colpevole mancato rispetto del turn over nel settore della forestazione, che era stato codificato, fra l’altro, da una norma di legge vecchia di 15 anni. E la parola forestazione deve fare rima con produttività, senza trascurare altri segmenti produttivi, come l’iniziativa privata per non parlare dell’organico comunale che lascia molto a desiderare».

«Una comunità – conclude Bartolo – che non è preda delle tensioni sa scegliere meglio i passi che deve fare. Lo Stato deve cancellare il pregiudizio che ha nei confronti di San Luca e la nostra comunità non deve fare nulla per meritarselo. Ci attendono mesi ed anni di duro lavoro, ma non ci manca l’esperienza, e questa volta dovremo applicarci in maniera straordinaria, arrivare fino in fondo. Non dovremo mai essere contenti di quanto riusciremo a fare, dovremo fare sempre di più. Le cose che continueranno a scrivere su San Luca non dovranno impedirci di condurre in porto la nave della legalità e della buona amministrazione».

E per uno che ha fatto dell’istituzione della Fondazione Alvaro, la sua bandiera, non poteva mancare un riferimento alla cultura: «Mettiamo mano a una grande operazione culturale, di comunicazione e di immagine, affidando questo compito alla Fondazione Alvaro e ai messaggi illuminanti dello scrittore, cercando di coinvolgere tutte le forze locali in un progetto di largo respiro che potrebbe significare tanto altro lavoro».

ANTONIO STRANGIO

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