Sab. Apr 20th, 2024

Eccomi qui… non è stato semplice per me provare a fare un lucido resoconto di questa turbolenta stagione, ma mi sono detta che non sarebbe stato utile mettersi a rincorrere colpevoli e colpevolezze. Soprattutto non sarebbe stato utile per l’AC Locri.

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

 

Quella di quest’anno è stata un’esperienza iniziata in salita, con un’iscrizione formalizzata a mezz’ora dalla scadenza dei termini, grazie alla testardaggine di alcuni (purtroppo pochi) nel voler rivedere la nostra maglia solcare nuovamente i campi di questa categoria. Impensabile fino a qualche tempo fa. Un sogno per me, tifosa prima ancora che responsabile della società. Non vedevo l’ora.

I mesi precedenti all’iscrizione sono stati un gran via vai di presunti soci, dirigenti, presidenti, allenatori, direttori, esperti, cordate fantasma che hanno illuso la maglia e la città fino a svanire nel nulla… ed anche per questo non potevamo che scegliere di rimanere, era diventato un dovere morale. Soprattutto per i sacrifici fatti nei quattro anni precedenti, non potevano certo andare persi per l’ignavia di alcuni. Non lo avrei permesso.

Ci siamo guardati negli occhi ed eravamo davvero pochi, accanto a me Giuseppe Arone, Baldo Bartone, Pietro Capogreco, Vincenzo Carbone, Rocco Fuda, Francesco Macrì, Antonio Raschellà ed Andrea Zucco. Pochi si, ma tremendamente convinti che ridare la Serie D ai Locresi sarebbe stata l’unica cosa giusta da fare. Ringrazio loro per la determinazione ed i nostri sponsor per averci dato fiducia e ringrazio chi ha lavorato in silenzio giorno e notte, stampando biglietti e gagliardetti all’ultimo minuto. Ringrazio chi ci ha regalato ettolitri di acqua, ringrazio chi ci ha creduto fino alla fine, ringrazio tutti quelli che ci sono stati, anche per una semplice pacca sulla spalla.
Senza di loro oggi le cose sarebbero più complicate per l’onore della maglia amaranto.

Nei mesi successivi non è stato facile niente ed anche le questioni più semplici sono diventate insormontabili. Nonostante ciò, ci abbiamo messo tutte le nostre forze, non solo economiche, e ci siamo quasi sentiti degli eroi entrando al San Nicola di Bari da secondi in classifica. Pur consapevoli della precarietà di quella posizione per via dei problemi che ci stavamo trascinando dietro, quel momento pensavamo potesse essere utile a noi, al nostro pubblico, ai nostri colori, alla nostra città, quel momento sarebbe dovuto servire per caricare le pile per i momenti difficili che sarebbero arrivati. Infatti, le prevedibili sconfitte si sono materializzate da lì a poco.

Il campionato ha visto la presenza di squadre e società importanti, la pressione avanzava di volta in volta, insieme a lei anche i nervosismi, le incertezze, le ansie. Poco a poco siamo passati dalla gioia dei grandi e ripetuti successi degli anni prima alla gogna dei “sentito dire” ed alla paura di non farcela a soddisfare le aspettative del pubblico e dei tifosi. In quel momento sono nati forse gli errori più gravi, dettati dall’inesperienza e dall’errata valutazione nel dare fiducia ad alcune persone. La fretta di provare a invertire la rotta, a ridare voce al sostegno e orgoglio alla città ci ha travolti.
Abbiamo sbagliato.
Ho sbagliato.

Certo, non riesco a non pensare anche che bastava una partita vinta in più, un gol, tre punti… un pizzico di fortuna non sarebbe stato poi sacrilegio. Oggi saremmo qui a dirci cose diverse, in parte.

Ciò che resta di questa esperienza è la necessità (da parte di tutti) di guardare dritti in faccia gli errori commessi e comprenderne la natura.

L’ultima domenica la ricorderò come un riassunto di tutto il campionato: rabbia, amarezza, delusione e lacrime. Non voglio che accada più.

…avrei voluto (e forse dovuto) buttare giù prima queste quattro righe, ma le emozioni dentro di me sono state dure e contrastanti. Solo oggi sono riuscita a pensare un po’ più lucidamente ed a capire che nella mia testa c’è ancora una sola cosa: LA SERIE D.

La voglio perché non vada sprecato l’entusiasmo e l’impegno di questi anni, per tutti quelli che mi hanno preceduta, per tutti quelli che sono stati vicini a questo orgoglioso, seppur ammaccato, cavallo alato… la voglio e ci proverò a ridarvela, per dimostrarvi che possiamo farcela ancora.

La società che rappresento è disponibile ad ogni proposta che metta al centro l’interesse dell’AC Locri, valuteremo ogni formula, dalla collaborazione alla riorganizzazione. I destini personali di ognuno di noi non saranno da ostacolo.

Ricominciamo, non possiamo permettere che l’AC LOCRI 1909 torni all’ombra di se stessa.

Antonella Modafferi

pagina fb aclocri1909

Print Friendly, PDF & Email