Mar. Apr 16th, 2024

La Polizia di Stato a conclusione di complesse indagini ha arrestato ieri sera due soggetti per omicidio aggravato dal metodo mafioso

 

COSENZA – Gli arresti, dopo otto anni dal delitto di ‘ndrangheta, sono stati eseguiti a seguito di mirate indagini svolte dalle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e dal Servizio centrale operativo coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri.

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Ieri, nella tarda serata, sono state eseguite due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di due persone, Roberto Porcaro 35 anni di Cosenza, ritenuto il mandante e Massimiliano D’Elia 33 anni di Carolei, esecutore materiale del delitto. Le accuse sono di omicidio, aggravato dal metodo e dall’aver agevolato un’associazione mafiosa, e porto illegale di armi. All’indagine hanno contribuito anche due collaboratori di giustizia. Sono state ricostruite le dinamiche del clan mafioso Lanzino-Patitucci che portarono all’omicidio di Giuseppe Ruffolo, deceduto nel 2011 dopo essere stato attinto da diversi colpi d’arma da fuoco.

I due soggetti arrestati sono ritenuti il mandante e l’esecutore materiale del delitto. Ruffolo venne ucciso a 33 anni, la sera del 22 settembre 2011 in pieno centro a Cosenza, nei pressi di via degli Stadi, mentre si trovava alla guida della sua auto un’Alfa Romeo Giulietta. Qualcuno lo aveva affiancato intorno alle 19.00 esplodendo diversi colpi di arma da fuoco. In passato Ruffolo era finito nelle maglie della giustizia assieme al padre, entrambi titolari di un’agenzia di trasporti, perchè ritenuti entrambi responsabili di alcuni episodi di usura ed estorsione nei confronti di un dipendente pubblico della città. Soccorso e portato in ospedale Ruffolo vi arrivò già morto.

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