Ven. Apr 19th, 2024

Che la Locride non goda di buona fama a livello mediatico è cosa risaputa ma la “ratio” di un attacco continuo e “programmato” da parte dei media nazionali finalizzato a colpire “chirurgicamente” il nostro territorio non ci può trovare d’accordo. Bisognerebbe individuare coloro i quali hanno qualche interesse a veicolare questa immagine negativa del nostro territorio e spiegare loro, che la nostra, mafia a parte, è anche una zona ricca di bellezze naturali, di professionalità, di cultura che, però, ormai da decenni, non beneficia di una “corretta informazione”. L’alibi per parlare male della Calabria, e della Locride in particolare, è sempre lo stesso: la presenza ingombrante della “criminalità organizzata”. La ndrangheta” è ormai divenuta “prezzemolo di ogni minestra”. Per coprire tutto ciò che accade in Italia, anche a livello politico, basta deviare l’attenzione sulla mafia più potente al mondo. In altri posti, la reazione della gente per questi continui attacchi mediatici, sarebbe stata normale ma qui da noi, ormai, si accetta tutto senza lottare. Lo Stato ha fiaccato la resistenza dei cittadini: ha aumentato la pressione fiscale, ha commissariato i comuni con risultati deludenti ed è intervenuto, ma solo parzialmente, nei confronti dei mafiosi “veri”. Al resto ci pensa la comunicazione “deviata”, quella che ogni giorno “proietta” nel mondo l’immagine negativa della locride. Il tutto viene reso possibile da colleghi giornalisti “compiacenti” che hanno sposato questa strategia comunicativa e che ogni giorno fanno assurgere questo territorio come luogo dell’illecito e del malaffare, dove tutto sembra sia possibile. No, non è così, ed io non ci sto. È arrivato il momento di dire basta. Basta, perché non possiamo più continuare a subire umiliazioni e vessazioni mediatiche che non fanno altro che farci sprofondare ancora di più nel baratro dell’indifferenza. Noi siamo persone volenterose che abbiamo sempre dimostrato tutto il nostro valore . Non serve piangerci addosso, non serve il vittimismo. Serve, al contrario, l’impegno quotidiano di tutta la gente della locride, quella vera, quella autentica, quella che per raggiungere il più piccolo traguardo ha dovuto lottare duramente. Non vogliamo essere crocifissi per una minoranza e non vogliamo che si possa scambiare un “abbaglio”per la “verità”. Tutti noi abbiamo il dovere di ribadire con forza che la nostra non è solo terra di “ndrangheta” altrimenti correremo davvero il rischio di bruciare il nostro futuro e quello dei nostri figli. Sarebbe una colpa imperdonabile.

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Antonio Tassone – direttore ecodellalocride.it

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