Ven. Apr 19th, 2024

 

Una prestigiosa e meritata nomina, quella ricevuta da Sua Eccellenza il Prefetto, dottor Michele di Bari, che lascerà Reggio Calabria, per divenire il Capo del Dipartimento Nazionale, del Ministero degli Interni, per le Libertà Civili e l’Immigrazione. Un incarico che, sicuramente, porterà tanto beneficio alla intera Nazione perché il dottor di Bari, è un uomo straordinario, che ha dimostrato con i fatti quanto possano fare le Istituzioni, quando viene profuso impegno serio, passione e dedizione verso il proprio lavoro, in territori deprivati e/o complicati, ad ogni livello. La Prefettura della Città Metropolitana di Reggio Calabria, con i suoi ottimi dirigenti, funzionari e addetti, è sempre stata un baluardo di speranza e di legalità, in un territorio molto complesso, seppur bellissimo e ricco di risorse, non utilizzate a dovere. Ma con l’impulso dato dal Prefetto Michele Di Bari, la Prefettura reggina si è distinta ancor di più, divenendo un punto di riferimento strategicamente e fondamentalmente importante, per il Governo Nazionale e non solo.  Le azioni avviate e condotte dal dottor di Bari, anche con l’ausilio della Magistratura e di dirigenti, ufficiali ed esponenti delle Forze dell’Ordine, sicuramente fra le migliori del  Paese, di contrasto, vero, alla criminalità organizzata e contro il male in tutte le sue forme, la sua vicinanza alla gente comune, le sue risposte ai reali problemi del territorio, lo hanno fatto entrare nel cuore di tutti. La stragrande maggioranza dei cittadini onesti ha pensato e ha sperato, per anni, che si facesse ciò che il prefetto di Bari ha fatto. L’opinione pubblica (che in molti sostengono, sia quella vera…) ossia quella della maggioranza dei cittadini, che, in molti casi, non ha voce o non può esprimerla, è stata sempre dalla sua parte, ha sempre apprezzato le iniziative di legalità da lui condotte e ora manifesta dispiacere per la partenza del Prefetto che rimarrà, comunque, come già espresso, nel cuore di tanti cittadini e rappresentanti delle istituzioni. Il contrasto alla ‘ndragheta, in tutte le sue forme, come ad esempio nel caso delle vacche sacre (grazie a lui non più intoccabili), la gestione umana e, soprattutto, cristiana, della grave problematica dell’accoglienza e dello sgombero della tendopoli di San Ferdinando, per il quale ha ricevuto anche il plauso della Caritas, gli interventi di ripristino delle legalità in molti centri del reggino, la sua azione, in prima persona, per la risoluzione di urgenti problemi legati alle enormi carenze infrastrutturali e dei servizi, anche sanitari, del territorio, senza enfasi alcuna, ma constatando i fatti, dimostrano che è stato uno dei migliori Prefetti d’Europa, un professionista straordinario, di elevato livello culturale, spirituale e morale,  che ha segnato per sempre, positivamente,  la storia della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

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