Gio. Mar 28th, 2024

«Era tutto prestabilito perché bisognava raggiungere l’obiettivo di azzerare Riace e allora è stato come un tiro incrociato da diversi punti di vista. È una notizia positiva, ma comunque hanno distrutto Riace». È quanto ha dichiarato Domenico Lucano all’esito della decisione dei giudici del Tar della Calabria, sezione di Reggio Calabria, che hanno accolto il ricorso del Comune di Riace (ricorso che era stato presentato dal vice sindaco Giuseppe Gervasi il primo gennaio scorso) annullando il provvedimento del Ministero dell’Interno che aveva escluso il Comune del modello di accoglienza più noto al mondo dallo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. «Sono contento – ha proseguito Lucano, sindaco sospeso ed esiliato del comune di Riace – ero fiduciosoperché ho capito che stavano facendo una forzatura, anche dal punto di vista amministrativo».

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Lucano, che si è candidato a consigliere comunale a Riace, ha sottolineato: «Adesso Riace rientrerà nello Sprar, ma col Decreto Sicurezza 1 e adesso anche il 2, sono tutti gli Sprar ad essere a rischio», ricordando che a Riace nel frattempo gli immigrati sono stati trasferiti e lo Sprar è stato azzerato. «L’intenzione del Governo era azzerare gli Sprar in Italia e in particolare Riace. Che non era uno Sprar, era un progetto di comunità, era tutta una comunità dove c’erano attività, integrazione – ha chiosato Mimmo “u curdu” -. C’è stato un valore sociale e culturale, l’asilo nido, l’ambulatorio medico, gli immigrati erano protagonisti sul territorio con la raccolta differenziata, il turismo solidale, le attività culturali. Il mondo aveva visto. Non è un caso che tutti hanno capito che c’è qualcosa. Le stesse relazioni della Prefettura, una volta bene una volta male, molto contraddittorie tra loro. Anche la Cassazione dice in un modo, il tribunale in un altro e il gip un altro ancora. L’obiettivo – ha concluso Lucano – era azzerare Riace. In un periodo in cui l’equazione era immigrazione uguale dramma sociale, Riace aveva dimostrato concretamente il contrario».

Del modello Riace, quello dell’accoglienza diffusa, svuotato lo scorso anno, rimane un vuoto forse incolmabile, quanto meno per il momento. E pesa anche l’incognita elettorale.

Dal canto suo Maria Spanò, assessore uscente dell’esecutivo guidato da Lucano e candidata a sindaco alle amministrative di domenica prossima con la lista “Il cielo sopra Riace”, sottolinea: «Tornare agli albori non è più possibile anche per quanto riguarda i progetti Sprar perché comunque sono stati ridotti tantissimo. Sono stati incentivati i grossi centri di accoglienza, dove c’è uno sperpero di denaro pubblico perché i servizi sono ridotti a zero, piuttosto che portare avanti e incentivare un’accoglienza diffusa fatta come era stata concepita a Riace. Tornare con i grandi numeri come è stato in passato è impossibile, però Lucano con “Città Futura” e la Fondazione a supporto avevano già l’idea di continuare sulla strada dell’accoglienza e dell’integrazione anche agganciandosi ai corridoi umanitari, però con numeri sicuramente più limitati».

La Spanò conclude: «Bisognerà valutare in seguito, una volta che si definirà tutta la situazione col ministero dell’Interno perché vantiamo dei crediti e avendo vinto il ricorso c’è la possibilità concreta che lo Sprar eroghi i servizi che già sono stati fatti».

ROCCO MUSCARI (Gazzetta del Sud)

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