Mar. Apr 16th, 2024

Tre allenatori diversi e due direttori sportivi oltre a un organico rivoluzionato

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Il rischio era concreto. E purtroppo le previsioni sono state confermate. Il Locri non riesce a cogliere la vittoria nello scontro playout in casa del Città di Messina e retrocede, dopo una sola stagione, in Eccellenza. La quarta serie era stata guadagnata dopo un mirabolante quadriennio di grandi risultati, a partire dalla ripresa, in promozione, nella stagione 2014/15, per poi, progressivamente, approdare in Eccellenza l’anno successivo e, quindi la splendida cavalcata nel massimo torneo regionale nella scorsa stagione, con la presidenza di Antonella Modafferi ed Umberto Scorrano in panchina. Poi l’approccio nel campionato nazionale dilettanti, inizialmente molto positivo prima delle tante cadute.

E una volta arrivati allo spareggio, peraltro fuori casa e con un solo risultato a disposizione, non si è riusciti a invertire la rotta. La gara di Messina, comunque, non è stata delle più fortunate, con il Locri che avrebbe potuto passare in vantaggio in più circostanze, ma il portiere locale Paterniti si è reso protagonista di alcuni interventi di gran spessore ed ha negato il gol agli amaranto. Poi, nel finale, com’era già accaduto con i peloritani in entrambe le gare della stagione regolare, è arrivata la rete di Argomenti e, quindi, le speranze si sono ridotte al lumicino, per poi scomparire con il rigore del doppio vantaggio del Città di Messina, che Pellegrino aveva pure respinto: ma la ribattuta è stata fatale, con Cangemi evidentemente più lesto dei difensori amaranto a riprendere la sfera e concludere in rete.

Le ragioni della retrocessione vanno naturalmente ricercate in plurimi e concomitanti fattori che hanno via via affondato le speranze del Locri: se in una stagione si susseguono tre guide tecniche (Scorrano, Pellicori, Quattrone) e la direzione sportiva segue più o meno la stessa sorte (Anastasio e Curtale i direttori ufficializzati, entrambi dimessisi, ma anche con periodi di interregno piuttosto imprecisati), è evidente che la stagione non è stata orientata da un disegno organico ed i rimedi trovati non sono alla fine apparsi migliori dei mali cui bisognava far fronte.

Ed analoga criticità ha riguardato già la costruzione iniziale della rosa, ma il consistente cambio di metà campionato non ha certamente migliorato le cose, con alcuni tagli (Coluccio su tutti) di cui è apparsa piuttosto oscura la ragione. La realtà è che si andati verso un obiettivo indebolimento generale dell’organico. Peccato, inoltre, per la numerosa ed appassionata tifoseria amaranto, che ha seguito la squadra in ogni dove e, nel finale di stagione, con l’incedere dei risultati negativi, ha anche manifestato un giustificato malessere. A Messina, peraltro, com’è noto, era stato disposto doversi giocare senza pubblico, ma la tribuna del Despar non era certamente vuota e, quindi, qualcosa nei controlli non ha funzionato, con ovvio danno solo per la tifoseria locrese. È ovviamente del tutto prematuro, a caldo, parlare di cose future, ma la comunità sportiva cittadina, ora certamente scossa dal finale negativo del torneo, ha certamente le carte in regola, ma solo se coesa, per digerire il boccone amaro e ripartire.

CARMINE BARBARO (Gazzetta del Sud)

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