Ven. Mar 29th, 2024

 

Un viaggio all’interno della follia, che non dipende soltanto dai contenuti della follia stessa, ma anche dall’atteggiamento che ognuno di noi assume nei confronti di questa, al di là delle cause possibili, come esperienza di sofferenza, di dolore e angoscia.

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E’ quello compiuto dai protagonisti dell’incontro culturale “Nei luoghi perduti della follia” che si è tenuto a Locri (RC) domenica scorsa presso la sede del “Lons Club” che, insieme alla locale Amministrazione Comunale ed all’associazione “Fronesis”, ha patrocinato l’evento.

 

Una manifestazione partecipata ed intensa, che si è sviluppata sotto la guida sapiente del dott. Giacomo Romeo, dirigente del Centro di Salute Mentale presso la Casa della Salute di Scilla (RC) e direttore della casa di cura “Casavola”, nonché presidente del “Lions Club” di Villa San Giovanni “Fata Morgana”.

 

Dopo i saluti iniziali di Pietro Multari, Presidente “Lions Club” di Locri; del Dott. Giovanni Calabrese, Sindaco di Locri; e del Sen. Giuseppe B. Fimognari,  Coordinatore dell’Area Cultura del “Lions Club” Locri, è stato il Dott. Michele Zoccali, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Reggio Calabria, ad introdurre la conversazione con i presenti.

 

Un percorso che ha consentito di vedere la malattia mentale da un’altra angolazione: più culturale che medica, filosofica. Grazie al contributo della Prof.ssa Chiara Ortuso, docente di filosofia, che ha trattato il tema della follia in relazione al vivere “oltre le mura”. In una sorta di battaglia per abbattere le diversità e i pregiudizi.

 

Dentro un mondo in cui tutti, diversi e uguali, esistono. Dove comportamenti e azioni sono un mezzo per parlare di se stessi e lasciare una traccia di quello che siamo e facciamo, spesso anche uno strumento per condividere emozioni e dare spessore all’anima, lasciarla fluire.

 

Una discussione nata per comprendere, come sottolineato dal dott. Romeo, la Malattia Mentale come reale e diversa modalità di essere nel mondo, attraverso lo studio di esperienze interiori e di vissuti psicopatologici degli individui, senza sradicarli dal tessuto esistenziale in cui si è prodotta questa nuova dimensione di vita.

Forme di esistenza diverse, che generano o possono generare una sofferenza personale a causa della difficoltà a costruire e mantenere ponti con il mondo e con le altre persone.
In questo senso il corpo dell’uomo non va considerato solo come un corpo-oggetto, ma anche e soprattutto come un corpo-soggetto. L’uomo è qualcosa d’altro, è il punto zero di orientamento spazio-temporale da cui ogni dimensione dell’esistenza si dispiega.

 

Da segnalare, inoltre, l’emozionante interpretazione dell’attrice Giulia Palmisano, che ha recitato il brano teatrale scritto dal dott. Giacomo Romeo dal titolo “Sulla soglia di un transito” che ha affascinato e colpito positivamente tutta la platea.

 

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