Ven. Apr 26th, 2024

 

Gli Oceani, sempre più “innaturalmente” caldi, sempre più vuoti di pesci e sempre più invasi dalla plastica, hanno bisogno di noi. “Gender e Oceans” è il titolo, per il 2019, della Giornata Mondiale, durante la quale le Nazioni Unite hanno chiesto uno sforzo mondiale e un maggiore coinvolgimento delle donne, anche nel campo della tutela del mare.

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Chissà perchè, quando c’è un problema che gli uomini non sanno (o non vogliono) risolvere, alla fine ci si rivolge alle donne.

Già, perchè siamo quasi alla fine. Gli scienziati sono chiari: restano poco più di trent’anni per cambiare, radicalmente, i nostri stili di vita e renderli più eco-sostenibili. Dopo sarà troppo tardi. Impossibile frenare questa folle corsa verso la distruzione dell’Ecosistema che lo ospita.

Le prime forme di vita sul nostro pianeta erano organismi molto piccoli, sviluppatisi in acqua. Siamo discendenti di creature marine, successivamente approdati sulla terraferma. Il mare è il nostro habitat primordiale, del quale non abbiamo memoria. Anche solo per questo dovremmo sentirci un po’ più vicini al destino dei pesci e delle altre creature che popolano i mari. Gli oceani, invece, sono diventati una discarica. Un tappeto sotto cui nascondere la polvere della nostra miopia. Gli effetti dei nostri comportamenti sconsiderati, non sono immediatamente visibili. Il mare accoglie e nasconde, tutto, ma inesorabilmente muore. La presenza di microplastica è stata documentata in organismi marini appartenenti a specie diverse e con differenti abitudini alimentari. Dalle specie planctoniche, agli invertebrati, fino ai predatori e, inevitabilmente, finisce nella catena alimentare, della quale ci nutriamo. Anche se la plastica che vediamo in mare e sulle spiagge rappresenta solo una piccola parte del problema, i nostri comportamenti sono una parte della soluzione.

Il primo passo è la consapevolezza.

Quante persone abbandonano i loro rifiuti ingombranti nel letto delle fiumare e poi la domenica andando in spiaggia si lamentano perchè il mare non è cristallino o perchè tra le dune di sabbia si vede spuntare ferraglia arrugginita? Ah se l’oblo’ di quella lavatrice ormai corroso dalla salsedine, potesse parlare! Forse direbbe: <<ma come non mi riconosci? Sono io, mi hai abbandonato tu nella fiumara quest’inverno e adesso sono venuto qui a prendere il sole con te!>>.

Sfortunatamente soltanto chi fa attività subacquea vede i danni provocati dall’uomo all’ambiente marino: pesci, tartarughe, cavallucci marini, sono lì a ricordarci quanto sia fragile il nostro ecosistema. E come stride la visione di una lamiera o dello sportello di un frigorifero con la bellezza e la trasparenza dei fondali!

Alcuni semplici consigli: non portare mai sacchetti o bottiglie o stoviglie di plastica sulla spiaggia,  (basta un colpo di vento perchè finiscano in acqua), non esagerare con gli olii solari e le creme (preferire quelle meno profumate e più eco-friendly), non fare mai la doccia in spiaggia con detergenti non biodegradabili, e, naturalmente, non abbandonare rifiuti nei pressi dei corsi d’acqua!

Dovremmo frequentare di più i nostri mari, andare in profondità e non fermarci alla superficie, ci sentiremmo parte di un mondo in cui tutto è pace, equilibrio, armonia.

Buona giornata degli Oceani a tutti!

 

  1. Cristina Briguglio
Print Friendly, PDF & Email