Mar. Mar 19th, 2024

Poco meno di 100 anni di carcere contro le cosche della Locride. E’ arrivato il sigillo della Cassazione sul processo scaturito dall’operazione “Morsa sugli appalti”.
Nello specifico sono state confermate 11 condanne. 5, invece, gli annullamenti con rinvio. Condanna più alta è stata quella inflitta a Giuseppe Commisso, alias ‘mastro’, 18 anni di carcere. 13 anni e 4 mesi per Giuseppe Gallizzi, 10 anni per Antonio Futia e Antonio Coluccio. 8 anni è la condanna comminata a Salvatore Macrì, Antonio Pietro Ietto, Francesco Ferraro e Vincenzo Cataldo. 6 anni di reclusione è quanto stabilito per Vincenzo Futia, 4 per Leonardo Capogreco e, infine, 3 anni per Giuseppe Cherubino.
Tra le posizioni rinviate al nuovo giudizio di secondo grado quelle dell’ex presidente del consiglio comunale di Siderno Antonio Macrì.
La maxi inchiesta eseguita nel settembre del 2014 nel territorio di Siderno avrebbe accertato l’operatività attiva della cosiddetta “Società di Siderno”, una consorteria che esercitava una forte ingerenza nel settore degli appalti pubblici e che pretendeva una tangente del 3% del totale dell’opera che doveva essere realizzata. Numerose e cruciali ai fini dell’indagine furono anche le intercettazioni ambientali captate all’interno della lavanderia “Ape green” di Siderno, gestita da Giuseppe Commisso alias “U mastru”, che ieri ha subito la condanna più elevata. Secondo la Dda di Reggio Calabria i soggetti coinvolti controllavano tutto. Dalla politica, agli appalti, passando per le attività commerciali, e il racket delle estorsioni. Un’indagine svolta sulla scorta di attività tecniche, ma anche grazie alle dichiarazioni rilasciate da collaboratori di Giustizia.

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ALESSANDRA BEVILACQUA|redazione@telemia.it

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