Ven. Mar 29th, 2024

“Sulla spesa comunitaria la Calabria sta facendo la sua parte e ha già raggiunto i target di spesa che si era posta. Quello che manca però allo sviluppo del Mezzogiorno è una strategia organica e strategica dello Stato sulle risorse da investire. Occorrerebbe un vero “Piano Marshall”. Lo ha detto il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio intervenendo nella Prefettura di Catanzaro alla presentazione da parte del Ministro per il Sud Barbara Lezzi dei Contratti istituzionali di sviluppo rivolti alle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.“Un piano – ha sottolineato Oliverio – dentro cui immettere risorse non solo aggiuntive ma feconde ed efficaci, legate a una visione di insieme. I contratti istituzionali di sviluppo possono essere un percorso positivo solo se si definisce meglio il quadro generale delle risorse da utilizzare e la griglia delle proposte finanziabili”. All’incontro sono intervenuti Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, il vicepresidente della Regione Francescop Russo, i presidenti delle Province di Crotone, Cosenza e Catanzaro e i sindaci dei tre capoluoghi. Alla presentazione hanno preso parte anche sindacati e rappresentati delle parti sociali.

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L’arrivo del ministro Barbara Lezzi a Catanzaro, per presentare presso l’Ufficio territoriale di Governo i Contratti istituzionali di sviluppo, è un fatto positivo che, in parte, ci conforta sul piano istituzionale. L’avvio dei Cis, che vedranno coinvolte le cinque aree territoriali della Calabria, è il sintomo di quell’attenzione allo sviluppo della Calabria che come Organizzazione sindacale stiamo chiedendo a chi governa questo Paese.
Siamo convinti, però, che questi strumenti da soli non bastino per risollevare le sorti di un territorio che, fra le altre cose, aspetta ancora lo sviluppo concreto dei Patti per la Calabria per i quali, dopo il varo operato dai precedenti Governi, ancora siamo in attesa di capire di cronoprogramma delle opere progettate e le risorse che, effettivamente, verranno messe a servizio di questi interventi sul territorio.
Interventi che possono avere un valore importante per la rinascita della Calabria se si inseriscono in quel progetto più ampio per il rilancio del Sud che i Segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno presentato al premier Giuseppe Conte e che fa parte della piattaforma di rivendicazione che è stata al centro della grande mobilitazione unitaria del 22 giugno ultimo scorso a Reggio Calabria. Interventi straordinari che necessitano di essere razionalizzati all’interno di un piano organico che lo Stato sarà chiamato a finanziare attraverso l’utilizzo di una nuova iniezione di risorse pubbliche.
E’ nostra convinzione, infatti, che per far ripartire l’economia del Mezzogiorno in generale e della Calabria in particolare siano necessari interventi di medio o piccolo cabotaggio ma, allo stesso tempo, siano necessari investimenti pubblici più importanti in infrastrutture, partendo dalla cauterizzazione del terzo megalotto della Strada statale 106 e del suo completo ammodernamento sino a Reggio Calabria.
Così come necessitano interventi sulla funzionalità della rete ferroviaria a servizio del cittadino e del rilancio della logistica dei porti e, soprattutto, di quello di Gioia Tauro per proiettare questa infrastruttura fondamentale sui corridoi produttivi europei ed internazionali.
Allo stesso tempo, poi, è improcrastinabile la definizione della “vertenza Zes” per la produttività della quale è necessario pensare ad una fiscalità di vantaggio che sia inserita a pieno titolo all’interno di un riforma più generale del fisco.
Im questo contesto riteniamo funesta l’ipotesi di un allargamento delle Zone economiche speciali anche alle regioni del Nord Italia, se ciò si dovesse avverare ci troveremmo di fronte al palese tentativo di azzoppare un progetto di sviluppo del Mezzogiorno che, ancora oggi, tarda a registrare la sua definitiva operatività. Questo progetto deve essere accantonato, mentre il Governo deve investire maggiori risorse, economiche e strutturali, sull’avvio delle Zone economiche speciali del Sud Italia.
Chi gestisce la cosa pubblica in Italia, infine, deve pensare ad un serio intervento di ricostruzione della rete dei servizi sociali e civili in Calabria, partendo dal settore sanitario che, nonostante il Decreto Calabria, continua ad evidenziare notevoli ritardi e inaccettabili disfunzioni.

Santo Biondo
Segretario generale Uil Calabria

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