Gio. Apr 25th, 2024

A Cosoleto, nel Reggino.Decisione parroco dopo verifiche Polizia

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 Nella frazione Acquaro di Cosoleto, nel reggino, la processione organizzata per la ricorrenza di San Rocco é stata annullata dal parroco, don Giovanni Bruzzì, dopo che la Polizia ha accertato che la maggioranza dei circa trenta portatori della statua del santo era composta da persone con precedenti penali e di polizia. Una situazione che avrebbe violato le rigide disposizioni imposte in tal senso dal vescovo di Oppido Palmi, Francesco Milito, e dal questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone.

In Calabria le disposizioni per evitare presenze di appartenenti alla ‘ndrangheta e di pregiudicati durante le processioni religiose sono particolarmente rigide. Le verifiche, in questo senso, sono particolarmente attente, in particolare, dopo quanto accadde nel 2014 ad Oppido Mamertina, sempre nel reggino, quando l’effige della Madonna delle Grazie, con una deviazione del percorso stabilito per la processione, venne portata sotto l’abitazione del presunto boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mazzagatti. É stato da quel momento che il vescovo Milito ha emanato precise direttive per evitare il ripetersi di situazioni analoghe.

La storia si ripete, ancora una volta, a conferma dell’ancora irrisolto problema delle ingerenze della criminalità organizzata nei riti religiosi per il “prestigio” che deriva per il boss di turno agli occhi della gente comune. A Cosoleto, nel reggino, più esattamente nella frazione Acquaro, il parroco, don Giovanni Bruzzì, ha annullato la processione organizzata per la ricorrenza di San Rocco dopo che la Polizia ha accertato che la maggioranza dei trenta portatori della statua dell’effige del santo era composta da persone con precedenti penali o di polizia. Una situazione in aperta violazione con le rigide disposizioni imposte in tal senso dal vescovo di Oppido Palmi, Francesco Milito, e dal questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone. La presenza di persone considerate non idonee sotto l’aspetto penale ed etico é stata ricavata dall’elenco dei portatori inviato dal parroco alle autorità di polizia. L’obbligo dei controlli preventivi in tal senso é stato introdotto sin dal 2014 a seguito di quanto accadde quell’anno ad Oppido Mamertina. Nel centro del reggino, in quell’occasione, la statua della Madonna delle Grazie, con una deviazione non autorizzata del percorso stabilito per la processione, venne portata, in segno di omaggio, sotto l’abitazione di un boss della ‘ndrangheta, Giuseppe Mazzagatti. Da allora il vescovo di Oppido Mamertina-Palmi, monsignor Francesco Milito, ha emanato precise direttive onde evitare situazioni analoghe. Un’attenzione in questo senso che é capillare ed estremamente rigida anche da parte delle autorità di polizia e, nel caso specifico, del questore di Reggio Calabria, Maurizio Vallone, che, così come i suoi predecessori, attua controlli estremamente rigidi per evitare che le processioni religiose si trasformino in ostentazioni di potere da parte dei boss della ‘ndrangheta. Proprio per evitare questo tipo di ingerenze, in occasione di processioni religiose, il parroco deve stilare un elenco dei portatori della statua del Santo che va comunicato preventivamente alle autorità di polizia. E nel caso della processione di “Acquaro” di Cosoleto é stato accertato che oltre il 90 per cento delle persone inserite nell’elenco dei portatori risultava non idoneo per problemi con la giustizia. Sulla base di tale situazione, a don Giovanni Bruzzì non é rimasto altro che annullare la processione per la ricorrenza di San Rocco, con conseguente rammarico per i fedeli. Una decisione non solo irreprensibile, ma assolutamente necessaria. A Zungri, nel vibonese, lo scorso anno, per citare un altro caso analogo, la processione venne interrotta dai carabinieri dopo che si accertò la presenza tra i portatori del boss Giuseppe Accorinti. Il corteo poté riprendere soltanto dopo l’allontanamento del boss.

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