Ven. Apr 19th, 2024

La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della
Corte d’Appello di Salerno che aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i reati di abuso
d’ufficio contestati all’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone (difeso da Mario Murone), e all’avvocato
generale Dolcino Favi (difeso da Francesco Favi), i quali avevano adottato provvedimenti atti a sollevare dalle indagini
“Why Not” e “Poseidone” l’ex pm Luigi De Magistris, adesso sindaco di Napoli.
L’annullamento senza rinvio comporta la piena efficacia della sentenza di primo grado del Tribunale di Salerno che aveva
assolto i magistrati catanzaresi legittimando i provvedimenti adottati.
La sentenza mette la parola fine a un procedimento iniziato nel 2008 con le perquisizioni e i sequestri effettuati negli
uffici giudiziari di Catanzaro. A dirimere quello che venne definito lo scontro tra Procure (quella di Salerno e quella di
Catanzaro) dovette intervenire l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il procedimento che si è concluso
oggi ha avuto inizio nel 2007 a seguito di numerose denunce presentate da De Magistris il quale sosteneva che gli fossero
state illegittimamente sottratte le indagini. “Il tribunale di Salerno, con sentenza resa irrevocabile dalla Corte di
Cassazione, ha stabilito la doverosità dei provvedimenti tenuti dai magistrati Murone e Favi in quanto devono ritenersi
illegittimi i comportamenti tenuti da De Magistris che hanno portato all’adozione dei provvedimenti di revoca e di
avocazione”, ha commentato subito dopo il pronunciamento l’avvocato Mario Murone. 

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