Mar. Apr 16th, 2024

Una pattuglia di big del Pd regionale a Roma per incontrare Oddati. Si punta a un candidato governatore che possa convincere i 5stelle. Sul tavolo il nome di Pippo Callipo?

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Sono partiti stamattina alla volta della capitale per provare a sbrogliare la matassa in vista delle Regionali calabresi. E proprio ora diversi big del Pd calabrese sono riuniti alla sede nazionale del Nazareno per discutere con Nicola Oddati, responsabile nazionale per il Sud e il commissario regionale dem Stefano Graziano del nome da proporre come aspirante governatore del post Oliverio. La riunione – convocata dagli stessi Oddati e Graziano in concomitanza con una direzione nazionale – è iniziata alle 17,30 e tra i partecipanti ci sono il deputato Antonio Viscomi, il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, i consiglieri regionali Carlo Guccione e Mimmo Bevacqua, l’ex deputato Bruno Censore, il neo capogruppo a Palazzo Campanella Mimmo Battaglia e il presidente della Provincia di Cosenza Franco Iacucci. Proprio nelle ore in cui Mario Oliverio partecipa a un altro vertice in vista della Regionali, quello del centrosinistra orfano proprio del “suo” Pd, a Roma si decide dunque la linea che i dem porteranno avanti per le prossime elezioni calabresi che, come abbiamo scritto qui, potrebbero tenersi nella prima metà di dicembre. Due cose, finora, sono certe: che Oliverio, come ribadito più volte dai vertici nazionali e regionali, non sarà il candidato a presidente del Pd, e che sia a Roma che in Calabria i dem puntano moltissimo a trovare un accordo con il Movimento 5 stelle. Magari per un candidato «civico», come in Umbria, che potrebbe rispondere all’identikit dell’imprenditore Pippo Callipo, che potrebbe essere gradito sia al Pd che ai pentastellati.
Certo, «nessun automatismo», come già detto da Zingaretti e ripetuto proprio in queste ore da Luigi Di Maio al Climate Summit all’Onu. «In Umbria – ha aggiunto il ministro degli Esteri e capo politico del 5 stelle – è stato possibile questo patto civico perché c’erano delle situazioni emergenziali, c’era una giunta uscente coinvolta in inchiesta, il Pd commissariato», il che ha generato una richiesta di «discontinuità», e «noi abbiamo voluto proporre un patto civico, con i partiti a fare un passo indietro e gli umbri un passo avanti». Una situazione «unica», quella dell’Umbria, che però anche in Calabria ricalca proprio gli stessi elementi richiamati da Di Maio: Pd «commissariato», grane giudiziarie per i vertici della Regione e possibile candidato di “rottura”.

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