Mer. Apr 24th, 2024

Mi chiamo Vincenzo Coluccio, sono Consulente del lavoro a Gioiosa Ionica, sono separato ed ho 5 figli.
A Gioiosa Ionica c’è una stazione dismessa e abbandonata facente parte della Ferrovia Marina di Gioiosa – Mammola (1931-1968) . È un immobile che ha molta importanza dal punto di vista storico e culturale oltre che essere bene tutelato. La nostra regione ha un patrimonio immobiliare importantissimo dal punto di vista culturale e storico ma, allo stesso tempo, ha una percentuale di abbandono di questi beni altissima. A questo si aggiunge il grande gap culturale, il tasso di cultura mafiosa, di mancanza di rispetto delle regole e l’economia oppressa dalla criminalità organizzata. Non meno importante è l’abbandono paesaggistico e l’assoluta mancanza di rispetto per l’ambiente. Per questo ogni progetto genuino ha molteplici importanze per le nostre comunità. Dal settembre 2018 ho iniziato ad interessarmi a detta stazione, predisponendo un progetto per la realizzazione di un Beer Pub Goumet. Un format innovativo che unisce sana alimentazione, ristrutturazione e rivalutazione dell’immobile e cicloturismo. Il progetto, inoltre, prevede la rivalutazione e promozione turistica di tutto il percorso della ferrovia, di seguito indico il link al mio album Facebook con le foto del percorso che ho personalmente percorso in bicicletta e dei beni storici della zona, associando, mobilità responsabile e sana alimentazione. Un anno fa ho iniziato a lavorare con Regione Calabria e Demanio, tra rimbalzi vari in quanto neanche loro sanno chi ha la competenza di questo immobile. Questi immobili, le stazioni dismesse, venivano spesso assegnate ai dipendenti delle Ferrovie che non mantenevano detti immobili rispettando il loro originale aspetto, rendendoli ahimè funzionali ad un uso più moderno e non rispettando i parametri storici. Molti immobili sono abbandonati ed in stato di grave deterioramento. Alcuni, come la stazione di cui mi sto interessando, sono ancora recuperabili, anche se non intervenendo andrebbero persi. Dopo aver scritto e incontrato i vari rappresentanti di Demanio e Regione Calabria, tra infiniti contatti e rimpalli, il Demanio di Reggio Calabria mi scrive che il bene è stato trasferito alla Regione Calabria. Inizio pertanto a dialogare con la Regione Calabria che sembrava disposta a concedere l’immobile, fino a quando ad un certo punto esce di nuovo fuori questo verbale già citato dal Demanio nella sua lettera. Verbale che sembra essere stato redatto in maniera errata in quanto la Regione dice che il bene immobile di cui sono interessato non doveva rientrare in questo verbale e che doveva rimanere al Demanio. Mi sento quindi con il Demanio Regionale di Catanzaro che mi dice però che non sanno neanche loro il bene a chi sarà dato in gestione e che non sanno i tempi con cui potranno sapermi dare informazioni in merito alla mia richiesta. Possibile che non si riesca a sbloccare questa situazione e non si voglia recuperare, o almeno provare, il bene? forse è meglio darlo per abitazione privata regalandolo che recuperarlo e rivalutarlo? Nel frattempo, il bene immobile rischiamo di perderlo del tutto in quanto necessita di urgente ristrutturazione ed essendo di proprietà dello stato si potrebbe attingere a dei contributi messi a disposizione del MiBACT, si potrebbe pensare ad un Crowdfunding, a “Cultura Crea”, l’incentivo che sostiene la nascita e la crescita di iniziative imprenditoriali e no profit nel settore dell’industria culturale, creativa e turistica, che puntano a valorizzare le risorse culturali del territorio nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Comunque, chiedo la possibilità almeno di provare a creare una attività imprenditoriale valorizzando un bene di interesse storico e creando posti di lavoro ed economia.
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Le concessioni di valorizzazione
L’articolo 3-bis del D.L. n. 351 del 2001 consente di dare in concessione o di locare a privati, a titolo oneroso, beni immobili di proprietà dello Stato ai fini della riqualificazione e riconversione tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione, anche con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche o attività di servizio per i cittadini, ferme restando le disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio. Le concessioni e le locazioni sono affidate con procedure di evidenza pubblica. L’articolo 3, comma 14, del D.L. n. 95 del 2012 ha eliminato il limite massimo di cinquanta anni per la durata delle locazioni e concessioni di valorizzazione per gli immobili di proprietà dello Stato appartenenti al demanio storico-artistico. All’Agenzia del demanio è stata attribuita l’iniziativa per la convocazione delle conferenze di servizi o la promozione di accordi di programma per la valorizzazione degli immobili; ai comuni interessati, per l’intera durata della concessione o della locazione, è riconosciuta una quota del 10 per cento del relativo canone. Infine, nei bandi di gara predisposti dall’Agenzia del demanio, può essere contemplata la possibilità per il concessionario di subconcedere le attività economiche o di servizio per i cittadini. Con le modifiche introdotte si è voluto favorire il superamento di talune criticità riscontrate nell’attuazione delle cosiddette concessioni di valorizzazione che di fatto ne hanno impedito una più ampia diffusione. Tali criticità hanno conseguentemente limitato in maniera significativa la possibilità di valorizzare e mettere a reddito immobili appartenenti al demanio storico-artistico per i quali, in ragione dell’inalienabililtà derivante dai vincoli cui spesso sono sottoposti, la concessione di valorizzazione risulta l’unico strumento in grado di consentire il coinvolgimento attivo di investitori e gestori privati. La legge n. 228 del 2012 (comma 308 dell’articolo unico) prevede che al termine del periodo di tempo previsto dalle concessioni e locazioni, l’Agenzia del demanio, verificato il raggiungimento della finalità di riqualificazione e riconversione dei beni, riconosce al locatario/concessionario, ove non sussistano esigenze di utilizzo per finalità istituzionali, il diritto di prelazione per l’acquisto del bene al prezzo di mercato.

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La mia proposta progettuale ha un’attenzione particolare per l’ambiente anche per l’immobile stesso. Consegnando così alla nostra comunità un immobile simbolo per il rispetto dell’ambiente. Si potrebbe ristrutturare l’immobile rendendolo edificio ad altissima prestazione energetica, “ad energia quasi zero” (nearly Zero Energy Building nZEB).

Purtroppo il progetto è bloccato dalle lungaggini e dalla mancanza di sensibilità della pubblica amministrazione.

Credo molto in questo progetto pertanto sto cercando sostegno in tutte le forme possibili, fare rete per obbligare chi di dovere a dare risposte ed attivarsi per permettere chi vuole creare qualcosa per non dover vedere partire i nostri figli, per creare lavoro ed economia.

Vincenzo Coluccio

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