Ven. Mar 29th, 2024

Nella “Leopolda” convocata a Lamezia Terme il governatore critica il commissario nominato dal Pd per l’assenza: «Il partito si sta isolando. Manca il confronto. E aspetto di conoscere eventuali proposte alternative alla mia candidatura»

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Oliverio incontrerà nei prossimi giorni i presidenti delle Corti d’Appello calabresi e proporrà, per il voto regionale, la data del 26 gennaio. Si chiude così la lunga attesa che ha tenuto con il fiato sospeso aspiranti candidati e poli impegnati nel lungo work in progress che porterà alle elezioni. E nel percorso, il governatore spiega che, nella scelta dell’election day non ha intenzione di utilizzare la scelta che gli compete «a mio vantaggio, come se fosse una partita a scacchi. Qui stiamo parlando della Calabria, e con grande responsabilità, sin dal primo momento, ho detto che non avrei fatto e non farà una scelta sulla base di accorgimenti tattici, ma sulla base di una valutazione che deve consentire a tutti di preparare bene la competizione elettorale. Non appartiene alla mia cultura il gioco tattico sulla pelle di un territorio».
La notizia è emersa a margine della “Leopolda” convocata dal governatore a Lamezia Terme per inaugurare il cantiere pensato per guidare le forze intenzionate a sostenere lo stesso Oliverio nella corsa alla presidenza della Regione nonostante il “no” arrivato dal suo partito il Pd, in più occasioni.
Oliverio ha parlato della fase politico e del senso dell’incontro: «Il centrosinistra calabrese – ha detto – è quello che oggi è qui. Sono presenti tutte le forze riformiste, laiche, liberali, socialiste, democratiche e progressiste. Insieme a loro tante espressioni civiche, competenze, professionalità e una folta rappresentanza della imprenditoria produttiva. La location scelta per questo incontro (un’azienda dell’area industriale ex Sir di Lamezia, ndr) è essa stessa il simbolo della Calabria del riscatto, del cambiamento e della innovazione. Al centro della nostra attenzione è stata data esclusiva centralità alla Calabria: il nostro impegno oggi è rivolto a proiettare lo sforzo di governo di questi ultimi cinque anni verso il compimento di un ciclo che, nella prossima legislatura, dovrà essere utile alla fuoriuscita da una crisi storica e consentire alle giovani generazioni di poter investire per il loro futuro sulla Calabria».
Oliverio confessa «di essere anche un po’ emozionato per la partecipazione e la numerosa presenza di iscritti, dirigenti, sindaci e amministratori del mio partito, del Pd. Dispiace che il commissario nominato da Roma (Stefano Graziano, ndr) non sia anch’egli presente. Senza confronto e senza dialogo si fanno solo sfaceli». Riguardo a questa assenza e alla «mancanza di confronto», il governatore spiega che «non c’è una azione trasparente. Si lascia prevalere il non detto. Pur se non mi rendo conto del perché di un diniego alla richiesta della mia candidatura avanzata da oltre 250 sindaci, dalla maggioranza dei circoli territoriali del Pd e dalla coalizione di centrosinistra, rimango ancora in attesa di conoscere qual è una eventuale proposta di candidato presidente che intendono avanzare il commissario regionale e la segreteria nazionale del mio partito».
Per il governatore uscente «siamo in presenza di un gravissimo ritardo. Ormai il tempo è stretto, manca poco tempo alla presentazione delle liste. Se il commissario intende avanzare una candidatura meno divisiva, una candidatura che abbia più forza per aggregare una coalizione ancora più larga e plurale tiri fuori il nome. Si decida in Calabria e secondo le regole democratiche. Oggi – continua Oliverio – vedo che oltre all’assenza di una proposta di candidato, il Pd si ritrova in un preoccupante isolamento. Il centrosinistra che sostiene la mia candidatura, con la convenzione programmatica di oggi assume la responsabilità di parlare dei problemi della Calabria e definire un programma partecipato su cui realizzare un un’impegno di governo, dà un ulteriore contributo alla messa in campo di uno schieramento elettorale capace di competere per vincere e poi governare bene».

«SCHERMAGLIE SUI NOMI, MA QUI NESSUNO PARLA DI PROBLEMI» «Stiamo parlando della Calabria, e non c’è dubbio che una proposta di governo non può non partire dai problemi della Calabria, dalla capacità di misurarsi sui problemi della Calabria per definire obiettivi sui quali delineare poi un’azione di governo e costruire una coalizione, dando senso a un impegno politico. Vedo – ha proseguito il governatore – che c’è molta schermaglia nominalistica e nessuno che parla di problemi, nessuno fa uno sforzo per misurarsi sui problemi. Oggi con questi tavoli tematici abbiamo voluto offrire questo terreno, coinvolgendo forze al di là delle appartenenze. Qui ci sono forze da tutta la Calabria, con una larghissima partecipazione: ci sono le competenze che provengono dalle università, dagli ordini professionali, dalle amministrazioni locali, dal mondo dell’impresa, dalle forze del volontariato e dell’associazionismo, dal mondo della sanità. Noi abbiamo voluto fare questo primo evento, l’apertura del cantiere per il programma, in modo contingentato, perché gli argomenti che abbiamo iniziato a sviluppare oggi richiedono approfondimenti: oggi sono partiti i tavoli e poi per ogni area tematica faremo altre iniziative specifiche di approfondimento. L’impostazione che abbiamo dato – ha rilevato ancora il governatore – è quella di avere come punto di riferimento la programmazione europea 2021-2027, adeguandola ai bisogni della nostra regione e agli obiettivi di crescita della Calabria. Qui si parla della Calabria in tutte le sue sfaccettature: in questi anni abbiamo avviato un lavoro importante: abbiamo invertito i trend ma è un lavoro che dev’essere proiettato nel futuro, che deve consentirci di uscire da un ritardo strutturale frutto di decenni di incapacità a utilizzare le risorse. È un programma che parte dall’esperienza e dai risultati di questi anni e che proietta la Calabria nel futuro».

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