Ven. Mar 29th, 2024

Paolo Becchi a Radio Padania critica la linea dell’ex vicepremier sulle Regionali. «Pensa solo all’Emilia, mentre al Sud avrebbe avuto gioco facile. Invece si è impuntato su un nome. Sembra che non gli interessi vincere, per farcela non basta inviare un commissario da Bergamo»

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Paolo Becchi è di casa a Radio Padania. L’ex ideologo del Movimento Cinquestelle si è da tempo avvicinato alle posizioni di Matteo Salvini e della Lega, al punto da essere considerato da molti osservatori un punto di riferimento per le strategie dell’ex ministro dell’Interno e del suo inner circol. Per questo motivo, le sue considerazioni sul modo in cui viene condotta la campagna elettorale in Calabria hanno un peso specifico non trascurabile nel Carroccio.
Il dialogo tra il filosofo e Giulio Cainarca, che cura la rassegna stampa per la radio e spiega che «la Calabria sembra che stia in Africa, non in Italia, ma sto parlando da un punto di vista politico», (lo specifica, visto che la tribuna potrebbe prestarsi a interpretazioni ambigue) entra subito nel vivo. Tanto per non mandarle a dire, Becchi spiega che in Calabria Salvini e i suoi stanno sbagliando tutto. Al punto che potrebbero trovarsi senza lista e rischiare di perdere una partita che a lui appariva molto più semplice di quella che si gioca in Emilia Romagna.

«DISINTERESSE PER LA CALABRIA E I CALABRESI» «La Calabria e i cittadini calabresi – esordisce Becchi – meritano il rispetto che è dovuto a tutti gli italiani e mi pare che al momento questo rispetto non ci sia, da parte di tutte le forze politiche. Non c’è in particolare da parte di quella coalizione di forze a difesa della Nazione che si può presentare in Calabria a difesa degli interessi dei calabresi». Il punto è che «non facciamo altro che parlare dell’Emilia e tutti si sono scordati, nel centrodestra, della Calabria. E questa la trovo una cosa estremamente grave».
Matteo Salvini, per il docente, «sta insistendo in tutti i modi sull’Emilia. Il candidato è un candidato della Lega, nell’ambito di una coalizione; l’ha scelta lui (si riferisce a Lucia Bergonzoni, ndr), la coalizione gli ha risposto che andava bene e lui si sta impegnando come sappiamo che sa fare. Ma io avrei evitato questo coinvolgimento così totale nei confronti dell’Emilia e invece una specie di disinteressamento nei confronti della Calabria».

«LA LEGA NON SA CHI METTERE NELLE LISTE» Becchi entra nello specifico dello scontro nel centrodestra. «Forza Italia ha fatto un nome (Mario Occhiuto, ndr), un sindaco di una città che, per quanto riguarda la gestione di quella citta, dal punto di vista dello sviluppo ecologico, ecosostenibile, dicono tutti – non è un giudizio che do io – abbia amministrato bene». Ma per lui, al di là della candidatura, «il problema è un altro: tra 20 giorni devono presentare le liste e la Lega non sa neanche chi metterci nelle liste, trovo incredibile il modo in cui si tratta questa regione. Tra 20 giorni bisogna presentare le liste e il centrodestra non ha neanche il nome di un candidato, perché il nome ci sarebbe, Forza Italia lo ha fatto ma dalla Lega si continua a dire “no”».

«IMPUNTATI SU UN NOME» Forse, si domanda il giornalista, «l’Emilia pesa di più sotto un profilo simbolico», ma il filosofo non è del tutto d’accordo: «Pesa di più ma può essere molto più rischiosa, ma anche la Calabria pesa se vuoi fare capire che nel movimento nato al Nord c’è una svolta nazionale». E in Calabria si può «vincere, è possibilissimo, perché il candidato uscente non è Bonaccini, che non ha governato male in Emilia Romagna. In Calabria, un centrodestra solido e coalizzato insieme su un nome condiviso, sarebbe stato vincente, perché Oliverio non ha lavorato bene e non lo dico io ma è un’ammissione generalizzata. In queste condizioni secondo me, tenendo presente che l’Emilia è tutta in salita mentre la Calabria sarebbe stata tutta in discesa, perché non puntare anche sulla Calabria? Perché non dire: una regione del Sud che finalmente può passare al centrodestra, solo perché ci siamo impuntati su un nome?».

«LA VITTORIA NON CI INTERESSA» Quello che non ha senso, per Becchi, è il tempismo: «Si può discutere di tutto. Ma dire “ne parleremo la settimana prossima” non ha più senso. La settimana prossima di quale mese? Sono mesi che lo stanno dicendo». E poi, per affrontare il “caso” «non basta metterci un commissario che arriva da Bergamo e dovrebbe conoscere una situazione territoriale, quella calabrese, che non è per niente facile. Ci sono diverse situazioni: Reggio Calabria è una cosa, Cosenza è un’altra cosa. Avrei difficoltà io che un po’ la regione la conosco, mi auguro che il commissario si sia fatto un quadro ormai complessivo».
A Becchi pare addirittura che il centrosinistra sia più aventi: «Callipo è un candidato che può diventare forte, un imprenditore che ha un buon consenso e la Lega dice “noi aspettiamo un altro nome”. Ma se questo altro nome non viene e non vi parlate, non potrà continuare così in eterno. Perché sulla stampa locale l’impressione complessiva è totalmente negativa ormai sul centrodestra: centrodestra spezzettato, finito, eccetera. Si dà un’idea di totale divisione».
Certo, «Salvini non può occuparsi di tutto: si sta occupando fortemente dell’Emilia, un occhio di riguardo lo dovrebbe dare alla Calabria. La vittoria sarebbe stata assicurata, servita su un piatto d’argento. E invece lì diciamo “no, no, non ci interessa proprio”».

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