Ven. Mar 29th, 2024

Il dirigente Pedullà respinge decisamentela lotta di campanile

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La notizia che l’Ipsia starebbe per lasciare la sua sede originaria di Siderno e sarebbe sul punto di trasferirsi a Locri, ha suscitato scalpore.

Sulla questione la Dirigenza dell’Istituto ritiene di dover ricevere un chiarimento poiché sembrerebbe che l’immobile in fase di completamento a Locri, appositamente progettato per accogliere le aule e i laboratori della sede coordinata dell’Ipsia e che era in procinto di essere consegnato alla scuola, stia per prendere, in realtà, una direzione diversa, contrariamente a quanto annunziato in varie conferenze di servizio convocate sia presso il Comune di Locri che presso la Città metropolitana, e contrariamente pure a quanto riportato anche nei mesi scorsi da vari organi di stampa.

«Sarebbe davvero singolare – sostiene il dirigente scolastico Gaetano Pedullà – che un edificio nuovo, progettato e costruito con gli obiettivi e le esigenze precise dell’Istituto professionale, con impiego di importanti risorse economiche finalizzate alla realizzazione di impianti e laboratori appositamente concepiti per detto tipo di scuola (laboratori meccanici, elettrico-elettronici, odontotecnici, ecc.), oggi possa essere stornato dalle finalità per cui è nato, specie rievocando le drammatiche vicende portate alla luce dall’inchiesta giudiziaria “Euroscuola”, che hanno avuto come prime vittime gli studenti, il personale e l’utenza della scuola, rimasti letteralmente “sulla strada” il mattino di quel 7 aprile 2017 in cui le Forze dell’Ordine posero sotto sequestro l’immobile privato a Locri, adibito a sede coordinata dell’Ipsia. Per decenni, fino al 2017, a Locri gli studenti e il personale dell’Ipsia sono stati ospitati in locali di proprietà privata pur ritenuti inidonei e non muniti delle certificazioni in materia di sicurezza, come acclarato dalle indagini condotte da parte della Magistratura inquirente. Oggi, quando sembrava che l’odissea degli studenti di questo Istituto potesse avere termine e fosse a portata di mano la soluzione alle tante criticità in materia di sicurezza, tutte puntualmente portate a conoscenza degli Uffici competenti, si continua inspiegabilmente a voler penalizzare e depauperare un Istituto già in passato messo a dura prova. Eppure, è doveroso pensare di salvaguardare le esigenze della didattica e insieme quelle della salute e dell’incolumità degli studenti e del personale! Ma vi è di più! La sede centrale dell’Istituto – rileva Pedullà – ha urgente bisogno di diversi interventi (consolidamento dei controsoffitti, rifacimento completo della copertura dell’edificio, grondaie e pluviali da sostituire, manutenzione dei muri e delle strutture portanti ammalorati dalle infiltrazioni di acqua piovana, ecc., interventi necessari e risultanti dall’Anagrafe dell’Edilizia scolastica in possesso del Miur e riferiti all’A.S. 2018/19, quindi dati pubblici, riportati sul portale “Scuola in chiaro” e comunicati al Ministero dagli Enti locali proprietari degli edifici scolastici), ma non si riesce a comprendere le ragioni per le quali l’Istituto debba continuare a permanere in una situazione di estremo disagio e di precarietà».

E dunque, il dirigente scolastico Pedullà fa appello affinché «oggi che l’obiettivo di disporre del nuovo edificio scolastico è a portata di mano, non si vanifichi tutto e non si mortifichino le legittime aspettative di tutta una comunità scolastica. In caso contrario, si attuerebbe davvero l’ennesimo “scippo”, ma a carico esclusivamente dell’Ipsia! E una domanda s’impone: se, malauguratamente, la nuova costruzione fosse adibita a usi diversi, a chi andrebbero addossate le notevoli spese sostenute per alloggiare le attrezzature dei laboratori che, in tal caso, sarebbero vanificate? La Corte dei Conti non avrebbe nulla da ridire?».

(fonte gazzetta del sud)

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