Ven. Apr 19th, 2024

Pomo della discordia è stato anche l’utilizzo da parte dell’Fbi di un agente sotto copertura, nome in codice “Jimmy”. Non era necessario attivare alcuna rogatoria, come hanno invece sostenuto le difese

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«Non è necessaria l’attivazione di alcuna rogatoria con il Paese straniero, ove le Autorità competenti di quest’ultimo abbiano messo spontaneamente e autonomamente a disposizione dello Stato italiano la documentazione del caso, il che è appunto avvenuto nel caso di specie, dovendosi anzi rammentare che fra Italia e Stati Uniti d’America esiste un trattato – come detto, qui concretamente attivato, senza confutazione alcuna di tale circostanza – di reciproca assistenza giudiziaria in ambito penale siglato il 9 novembre 1982, a sua volta contemplato dall’accordo sulla mutua assistenza giudiziaria tra gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea, firmato il 25 giugno 2003 e ratificato e reso esecutivo in Italia con legge 16 marzo 2009 n. 25».

Così la Corte di Cassazione nella motivazione della sentenza del filone in abbreviato del processo nato dall’operazione antidroga “New Bridge” che ha confermato la condanna della Corte di Appello di Reggio Calabria emessa nei confronti di Domenico Geranio (8 anni) e Antonino Francesco Tamburello (4 anni 6 mesi), ed ha disposto un nuovo processo per gli imputati Eugenio Ignelsi, Nicola Carrozza e Carlo Piscioneri.

Per quanto riguarda la parte generale, relativa all’impugnazione difensiva contro l’utilizzabilità dell’indagine in territorio statunitense e alla conseguente apertura del fascicolo investigativo in Italia, i giudici della VI sezione penale hanno ritenuto «che non ricorre alcuna ipotesi di inutilizzabilità, come del resto affermato da questa Corte proprio con riferimento alla vicenda in esame, in sede di disamina della confermata legittimità dell’ordinanza custodiale a suo tempo adottata nei confronti del già citato F.U., posta in discussione anche con riferimento a profili inerenti la “attività investigativa riferibile all’agente statunitense sotto copertura”».

I giudici ermellini hanno sostanzialmente accolto i ricorsi presentati dagli avvocati Davide e Luca Barillà, per il gioiosano Carrozza (condannato in appello a 4 anni e 5 mesi), avvocati Fausto Bruzzese e Luca Barillà per l’altro gioiosano Piscioneri (4 anni e 5 mesi), e dell’avv. Sergio Rando per l’imputato Ignelsi (4 anni e 5 mesi) residente nel beneventano. Per i tre imputati ci sarà un nuovo processo d’appello.

L’inchiesta “New Bridge”, coordinata dalla Dda reggina, ha posto in evidenza l’esistenza e operatività un “nuovo ponte” fra la Calabria e gli Stati Uniti dedito al traffico di sostanze stupefacenti e alla commissione di altri reati, accertato nel corso delle indagini condotte dal Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, e svolte anche con Fbi, attraverso un agente sotto copertura nome in codice “Jimmy”.

Nelle scorse settimane si è concluso in appello il filone iniziato con il rito ordinario che ha registrato 9 condanne e la conferma di 4 assoluzioni.

ROCCO MUSCARI – Gazzetta del sud

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