Ven. Mar 29th, 2024

Nuovo vertice dello schieramento che sostiene la ricandidatura del governatore uscente, e che non si ferma nonostante gli effetti dell’operazione “Rinascita”

Continua dopo la pubblicità...


amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Una “war room” insediata in modo quasi permanente. Per il secondo giorno consecutivo Mario Oliverio ha riunito i suoi “fedelissimi” per completare l’ultimo miglio da qui alla presentazione delle liste dei candidati. Quasi una “chiamata alle armi”, da parte del governatore, che ha radunato la sua coalizione nel suo comitato elettorale alle porte di Sant’Eufemia di Lamezia Terme, diventato un autentico “fortino”. L’immagine rende bene del resto il momento, estremamente delicato, perché gli effetti della mastodontica operazione “Rinascita Scott” condotta dal procuratore Gratteri, che ha coinvolto due big dello schieramento come Nicola Adamo e Luigi Incarnato, sono stati – confida un “colonnello” oliveriano – «un colpo davvero duro», difficile da mandare giù anche perché «ingiusto e ingiustificato in un’inchiesta contro la criminalità organizzata». Ma già ieri Oliverio e il suo schieramento, sia pure con posizioni diversificate, e nonostante l’amarezza, avrebbero definito la linea di andare avanti, linea che – riferiscono fonti accreditate – anche nel vertice di oggi sarebbe stata ribadita, anche perché ragionata a mente più fredda. Al tavolo odierno, sempre secondo fonti accreditate sarebbero convenuti – chi direttamente chi via skype o via chat – praticamente tutti quelli che stanno sostenendo Oliverio nella sua corsa ormai fuori dal Pd, da Flora Sculco a Orlandino Greco, da Giuseppe Aieta a Michele Mirabello, da Luigi Guglielmelli a Nino De Gaetano, da Francesco D’Agostino a Giovanni Nucera. Un paio di ore di confronto tra le due anime dello schieramento, i classici “falchi” e “colombe”, perché sotto sotto qualche esponente della coalizione ancora fa da “pontiere” con il Pd, ma in realtà senza una reale possibilità di dialogo, perché su un punto gli oliveriani sono irremovibili: da parte dei democrat è necessario, in premessa, un attestato di rispetto, in assenza del quale non ci si parla nemmeno. E così alla fine, ecco la decisione. Si tira dritto e si va avanti: a quanto si apprende, Oliverio e la sua coalizione avrebbero definito oggi tre liste, quella del candidato presidente, quella dei riformisti e della sinistra e la prima degli amministratori, riservandosi di chiudere nei prossimi giorni la già annunciata quarta lista. (a.cant.)

Print Friendly, PDF & Email