Gio. Mar 28th, 2024

Normalmente, alla vigilia di ogni campagna elettorale, l’atmosfera si colora di entusiasmo ed ottimismo e la politica diventa, per ogni singolo elettore, motivo principale di conversazione.

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Oggi, invece, a circa venti giorni dalla presentazione delle liste dei candidati, il popolo calabrese si ritrova a convivere con l’ennesimo dramma causato dalla negligente gestione dell’Ente regione, l’approvazione di un ennesimo scellerato provvedimento a firma di Oliverio e del PD che sfortunatamente per loro non è passato in sordina come avrebbero voluto.  

Pochi giorni fa nella conferenza stato – regioni, Oliverio e il PD hanno votato, in rappresentanza della Regione Calabria, il DDL sull’Autonomia Differenziata, nella sua originaria formulazione, il cui obbiettivo sostanziale  è quello di favorire le regioni più ricche  e virtuose a discapito  delle regioni più povere e meno tutelate come la nostra Calabria. Evidentemente, Oliverio e la sua giunta “di alto profilo”, così definita dallo stesso governatore in sede di nomina, non hanno recepito il contenuto del DDL sull’autonomia differenziata perché se avessero ben studiato il provvedimento si sarebbero resi conto dell’importanza di imporre delle precise modifiche utili ed indispensabili per il decollo dell’economia Calabrese.

 Il provvedimento sull’autonomia differenziata, nella sua formulazione generica e privo di linee guida sul rilancio delle regioni più disagiate, accentua ancora di più il divario tra nord e sud per ciò che riguarda gli investimenti nella sanità, infrastrutture, agricoltura, industria, politiche sociali ed altro ancora, in poche parole saranno stanziati ancora meno soldi per la Calabria e molti di più per le regioni del Nord. Evidentemente Oliverio era troppo distratto dalle trattative con il PD per la sua ricandidatura a governatore della Calabria per prestare attenzione agli interessi della collettività Calabrese, fatto sta che con questo ultimo atto da parte dello stesso Oliverio, del PD nazionale e regionale si è dato il colpo di grazia all’economia Calabrese che difficilmente potrà, nel prossimo futuro, confidare in una ripresa.

La responsabilità politica su questa infelice scelta, ricade non solo su Oliverio e PD, ma anche sui suoi assessori, le così dette “figure di alto profilo” che evidentemente proprio di alto profilo politico non lo sono, se non altro perché ignari delle disastrose conseguenze che l’autonomia differenziata provocherà sull’economia della nostra regione. Invero, con l’autonomia differenziata, ogni regione gestirà in maniera autonoma, secondo un proprio modello economico organizzativo, le risorse ad essa destinate, in questa prospettiva lo stato erogherà i fondi in maniera differente, sulla base della capacità delle regioni a promuovere investimenti al fine di migliorare e potenziare le strutture esistenti. Se tale sistema di autonomia differenziata rappresenta un enorme vantaggio per le regioni strutturalmente più avanzate, non è  certamente vantaggioso per le regioni, come la Calabria, dove mancano non solo le infrastrutture necessarie, quanto anche quelle strutture indispensabili come gli ospedali ben attrezzati ed efficienti, idonei a garantire le cure necessarie e ad evitare i così detti viaggi della speranza.

Bene avrebbe fatto Oliverio ed il PD a non accettare passivamente il DDL sull’autonomia differenziata, senza le dovute garanzie da parte dello stato, garanzie relative ad investimenti primari ed essenziali per la nostra regione. Oliverio il PD e le figure politiche di “alto profilo” avrebbero dovuto pretendere, prima di sottoscrivere il DDL sull’autonomia differenziata, lo stanziamento di risorse utili a rendere autonoma la Calabria nei vari settori strategici dell’economia nonché in quello sanitario, settore questo in cui  la  Calabria versa alle regioni del nord oltre cinquecento milioni di euro per le cure sanitarie dei calabresi costretti ad abbandonare la propria terra per la carenza e l’inefficienza delle strutture ospedaliere esistenti sul territorio.

Avv. Carlo Salvo – Sovranisti per la Calabria

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