Gio. Mar 28th, 2024
Il simbolo del Pd sulla parete dietro alla scrivania vuota su cui c'e' il microfono dal quale ha parlato il segretario del Pd Pierluigi Bersani nella sede del Partito democratico a Roma, 11 novembre 2010. ANSA / MASSIMO PERCOSSI

Un’assemblea venerdì prossimo, alla presenza del segretario nazionale Nicola Zingaretti, per declinare ad iscritti e simpatizzanti del Pd la scelta di sostenere la candidatura alla presidenza della Regione di Pippo Callipo. Davanti a una scelta destinata a segnare uno spartiacque nell’universo dei dem calabresi, il commissario del partito Stefano Graziano affida al leader il non semplice compito di provare ad allargare la coalizione ad altre forze e di tenere assieme i cocci di un Pd attraversato da tensioni e liti. Già, perché c’è una buona fetta di partito che non intende cedere sulla ricandidatura dell’uscente Mario Oliverio («non ho mai detto o me o la morte», ripete il presidente uscente) e continua a chiedere di subordinare all’esito di primarie la scelta dell’aspirante governatore da appoggiare. «Abbiamo detto da oltre tre mesi che non si facevano. Stiamo parlando di una roba del passato», è la risposta di Graziano a chi gli chiede conto dell’ennesima richiesta arrivata dal fronte oliveriano. Il clima è quello da scontro frontale e il commissario non fa nulla per ridimensionare lo spettro di epurazioni in vista per chi dissente dalla rotta tracciata dal Nazareno: «Questa – ribadisce Graziano – è un’ovvietà. È lo Statuto del Pd che lo dice. Chi si posiziona in condizioni opposte è fuori dal partito. Possibilità di mediazioni? Noi abbiamo indicato la linea molto chiaramente. Il tema spetta a chi vuole fare altro. Chi fa un’altra cosa si posiziona fuori dal Pd».

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Tensioni nel M5S. Diktat dei vertici del M5S:basta con le liti interneo vi ritiriamo il simbolo

Pur ufficialmente schierati con l’economista Francesco Aiello, i 5 Stelle non sono compatti. Tra gli eletti sono diversi coloro i quali si dicono attratti dalla prospettiva di cambiare in corsa e convergere su Callipo. Poi c’è anche chi, come la deputata Dalila Nesci, continua a sostenere la necessità di puntare su un esponente che incarni in pieno lo spirito del Movimento o come il senatore Nicola Morra che ormai ritiene «fuori tempo massimo» ogni tipo di proposta in campo. La situazione in continua evoluzione preoccupa i vertici pentastellati. Tanto che si starebbe valutando l’ipotesi, senza un armistizio tra le parti in causa, di ritirare il simbolo e non presentare la lista in Calabria. Uno scelta dirompente, eppure tenuta in considerazione dai vari Grillo, Casaleggio e Di Maio.

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