Sab. Apr 20th, 2024

Avviso di conclusione indagini notificato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro dopo il maxi blitz condotto dalla Squadra Mobile di Vibo nell’aprile scorso

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La Procura distrettuale antimafia di Catanzaro ha notificato l’avviso di conclusione indagine nei confronti di 57 persone a vario titolo coinvolte nell’inchiesta “Rimpiazzo” che lo scorso mese di aprile culminò nella maxi operazione condotta dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia contro il clan dei Piscopisani . Al centro dell’indagine proprio il potente gruppo criminale con sede operativa nella popolosa frazione vibonese che secondo l’accusa aveva l’obiettivo di approfittare delle difficoltà giudiziarie dei Mancuso di Limbadi per togliere loro il monopolio sul territorio ed espandere gli affari illeciti nella città capoluogo di provincia e nelle altre frazioni, in primis Vibo Marina, fulcro di grandi interessi economici. A quasi un anno dal blitz, la Dda di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri ha chiuso l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore antimafia Andrea Mancuso.

I nomi. L’avviso di conclusione indagine è stato notificato nei confronti di: Nicola Barba 68 anni di Vibo; Giovanni Battaglia 37 anni di Piscopio; Rosario Battaglia 36 anni di Piscopio; Giuseppe Brogna 62 anni di Piscipio; Salvatore Carnovale 42 anni di Vibo Valentia; Nazzareno Colace 56 anni di Vibo Valentia; Caterina Cutrullà 42 anni di Monzuno (Bologna); Domenico D’Angelo, 57 anni di Piscopio; Giuseppe D’Angelo 46 anni di Piscopio; Francesco Alessandro D’Ascoli 49 anni di Vibo Marina; Angelo David 37 anni di Vibo Valentia; Stefano Farfaglia 37 anni di San Gregorio d’Ippona; Francesco Felice 27 anni di Piscopio; Nazzareno Felice 59 anni di Piscopio; Nicola Finelli 39 anni di Vibo Marina; Marco Fiorillo 32 anni di Piscopio; Michele Fiorillo 34 anni di Piscopio; Michele Fiorillo 33 anni di Piscopio; Nazzareno Fiorillo 55 anni di Piscopio; Pasquale Fiorillo 44 anni di Piscopio; Rosario Fiorillo 31 anni di Piscopio; Ippolito Andrea Fortuna 60 anni di Vibo Marina; Maria Concetta Immacolata Fortuna 62 anni di Piscopio; Michele Fortuna 35 anni di Vibo; Sasha Rosario Andrea Fortuna 41 anni di Vibo residente a Monzuno (Bologna); Nazzareno Galati 31 anni di Piscopio; Salvatore Giuseppe Galati 56 anni di Piscopio; Giovanni Giardina 42 anni di Palermo; Benito La Bella 32 anni di Piscopio; Francesco La Bella 47 anni di Piscopio; Giuseppe Lo Giudice 41 anni di Piscopio; Mario Lo Iacono 39 anni di Vibo Marina; Tommaso Lo Schiavo 59 anni di Piscopio; Luigi Maccarone 42 anni di Vibo; Cosmo Mancuso 71 anni di Limbadi; Pantaleone Mancuso 59 anni di Nicotera Marina; Raffaella Mantella 46 anni di Vibo; Michele Silvano Mazzeo 49 anni di Mileto; Giuseppe Merlo 46 anni di Piscopio; Saverio Merlo 42 anni di Piscopio; Raffaele Moscato 34 anni di Vibo Marina; Mariano Natoli 51 anni di Termini Imerese (Palermo); Nazzareno Pannace 31 anni di Bologna; Francesco Popillo 35 anni di Bologna; Simone Prestanicola 42 anni di Vibo; Francesco Romano 34 anni di Briatico; Gaetano Rubino 40 anni di Ficarazzi (Palermo); Pierluigi Sorrentino 30 anni di Vibo Valentia; Michele Rinaldo Emilio Staropoli 64 anni di Piscopio; Michele Suppa 26 anni di Vibo; Francesco Tassone 43 anni di Vibo; Annarita Tavella 33 anni di Vibo Valentia; Gianluca Rosario Tavella 50 anni di Vibo; Giovanni Tinelli 43 anni di Trieste; Salvatore Vita 45 anni di Vibo Marina; Leonardo Domenico Vacatello 51 anni di Bivona; Luigi Francesco Zuliani 49 anni di Piscopio.

Rimpiazzo. L’indagine ricostruisce dettagliatamente l’organigramma dei Piscopisani. A costituire il cosiddetto “Locale di Piscopio” (riconosciuto da San Luca) nel ruolo di promotori e organizzatori sarebbero stati Nazzareno Fiorillo, alias Tartaro, Salvatore Giuseppe Galati, alias Pino il ragioniere, Michele Fiorillo, alias Zarrillo, Rosario Battaglia, alias Sarino, Rosario Fiorillo, alias Pulcino, Raffaele Moscato e Giovanni Battaglia. Il “Locale” operava – secondo l’accusa – controllando le frazioni di Piscopio, Longobardi e Bivona, nonché Vibo Marina e Porto Salvo mediante l’alleanza con altre ‘ndrine: i Bonavota e i Tripodi nel Vibonese, le famiglie Pelle, Aquino e Commisso nel Reggino, i Catalano e i D’Onofrio nel Torinese. “Sin dalle origini – spiega il collaboratore di giustizia Raffaele Moscato – noi come locale di Piscopio rispondevamo a Reggio Calabria in quanto la mamma è sempre là. In particolare il nostro riferimento era alla famiglia di Pelle Gambazza. Questo sin da quando partiva il locale, ossia dal 2009… Vicino al locale dei Piscopisani erano anche Aquino Rocco, Commisso Peppe detto il mastro, Pelle Peppe detto Gambazza, Catalano Peppe e, in particolar modo, D’Onofrio Franco”.

I ruoli degli affiliati. Secondo le ricostruzioni della Polizia, Nazzareno Fiorillo è il “capo locale” appartenente alla “società maggiore”. Stabiliva le strategie criminali da seguire, manteneva i rapporti con le associazioni ‘ndranghetiste attive sul territorio regionale e nazionale, Salvatore Giuseppe Galati sarebbe invece il “capo società” mentre Michele Fiorillo il co-promotore del Locale sarebbe il “contabile”. Insieme a lui anche Michele Fiorillo, alias Pulcino, “mastro di giornata” che concorreva – secondo gli inquirenti – a ideare e organizzare gli omicidi funzionali agli interessi della cosca,  a gestire l’esecuzione dell’attività estorsiva del sodalizio e ad eseguire gli atti intimidatori. Stessa accusa e stesso ruolo per Rosario Battaglia, detto Sarino. Un gradino di poco sotto l’attuale collaboratore di giustizia Raffaele Moscato mentre Giovanni Battaglia, fratello di Sarino, sarebbe il co-direttore e il co-organizzatore con compiti di tipo operativo-logistico. In pratica metteva a disposizione degli associati gli immobili e i locali dove si svolgevano le riunioni e custodiva le armi utilizzate dal sodalizio finanziandolo con proventi degli esercizi commerciali a lui riconducibili. Partecipi all’associazione con diversi compiti anche Giuseppe D’Angelo, alias Pino il Biricchino, Francesco La Bella, alias Campagna, Giuseppe Brogna, Domenico D’Angelo, alias Zio Lupo), Angelo David, alias Giotto, Stefano Farfaglia, alias Pugnetta, Sascha Fortuna (fratello di Davide Fortuna, ucciso in spiaggia a Vibo Marina nell’agguato commesso nel luglio del 2012), Benito La Bella (a lui è riconducibile il noto locale “Mamma non vuole” tra i più frequentati della movida vibonese), Francesco Felice, alias Citolla, Nazzareno Felice, alias il Capo, Pasquale Fiorillo.

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